Premessa
Fino alla metà del secolo scorso, a Contessa Entellina, si
celebravano tante feste religiose anche portando in processione alcune delle
numerose statue esposte al culto nelle diverse chiese (S. Rosalia, S. Rocco, S. Eligio, Immacolata,
Madonna di Fatima, Madonna Regina del Mondo, S. Giuseppe, Crocifisso, Madonna del Rosario, S. Nicola, S.
Lucia, Madonna della Favara, S.
Francesco, S. Antonio, S. Michele Arcangelo, S. Pasquale, S. Pietro, S.
Giuseppe Artigiano, Addolorata, S. Rosalia, ecc.).
Alcune di queste feste religiose vengono ancor oggi celebrate a
Contessa con processione, con o senza fuochi d’artificio e banda musicale
(Corpus Domini, Venerdì Santo, Esaltazione della Croce, Madonna della Favara,
S. Giuseppe, S. Rosalia, S. Antonio, Madonna Regina del Mondo nella parrocchia
di Piano Cavaliere). Fino a circa 50 anni fa a Contessa Entellina
si portava in processione anche la statua di S. Michele Arcangelo il giorno
otto maggio.
Inoltre è documentato dal resoconto delle visite del
vescovo di Agrigento, dal 1669, che a S. Michele Arcangelo nel casale di
Contessa già nel secolo XVII era dedicato un altare nella chiesetta rurale
della Madonna della Favara.
Facendo una riflessione su questi dati certi sorgono
spontanee alcune domande: perché a Contessa a S. Michele Arcangelo è riservato
un culto particolare fin dal secolo XVII? Perché è celebrato con processione l’otto maggio
solamente a Contessa mentre in altre località, limitrofe e non, è ricordato nel
giorno, che ricorre la sua festa liturgica, precisamente il 29 settembre
secondo il rito romano e l’otto novembre
secondo il rito bizantino?
Di seguito sono descritte le motivazioni religiose e
storiche, che a Contessa hanno dato origine sia alla plurisecolare devozione
popolare per S. Michele Arcangelo sia
alle peculiari caratteristiche di questa tradizione religiosa locale.
Festa
liturgica di S. Michele Arcangelo
S. Michele Arcangelo nel calendario liturgico, sia orientale sia
occidentale, secondo il rito e la tradizione locale, oggi è ricordato in date
diverse.
Fin dal secolo XI S. Michele (Chi come Dio?) è ricordato in tutta
l’Europa il 29 settembre, secondo la tradizione liturgica del rito romano. Fin
dal Medioevo nel santuario del Gargano è commemorato sia il 29 settembre
(solenne processione con la spada di S. Michele) sia l’otto maggio
(anniversario della apparizione nella grotta del Gargano).
Con la recente riforma del calendario liturgico, adottata dopo il
Concilio Vaticano II, S. Michele è ricordato il 29 settembre assieme a S.
Raffaele (Dio guarisce), prima commemorato il 24 ottobre, ed a S. Gabriele
(uomo di Dio, uomo forte), prima commemorato il 26 marzo. Anche nel rito
ambrosiano S. Michele è ricordato il 29 settembre unitamente a S. Gabriele e S.
Raffaele. Nel rito bizantino i tre angeli sono ricordati invece l’otto
novembre. L’otto maggio S. Michele Arcangelo è ricordato inoltre nel
calendario liturgico della Chiesa Ortodossa già dal V secolo.
Nell’Orològhion della Badia Greca di Grottaferrata,
che l’otto maggio ricorda S.
Giovanni il teologo, S. Arsenio il Grande e l’apparizione di S. Michele
Arcangelo nel Gargano, è riportato anche il seguente testo del tropario
dedicato all’Arcangelo Michele (tono IV): “Ton uranìon stratiòn architràtighe,
disopùmen se imìs i anàxii, ìna tes ses
deìsesi tichìsis imàs, sképi ton pterìgon tis aìlu su dòxis fruròn imàs
prospìptondas ektenòs ké voòndas: ek ton kindìnon litrose imàs, os Taxiàrchis
ton àno dinàmeon (O principe delle angeliche milizie, noi indegni ti
supplichiamo che ognora ci sostieni con le tue preghiere, custodendoci sotto
l’ombra delle ali della tua gloria. Prostrati dinanzi a te gridiamo: liberaci da
ogni pericolo, o Condottiero delle celesti schiere)”.
Lo stesso tropario è riportato l’ otto novembre (ricordo di S.
Michele Arcangelo e di tutte le angeliche schiere) nel “Manuale di preghiere
dell’Eparchia di Piana degli Albanesi” (1959) con una piccola variante:
l’invocazione è al plurale (ai tre angeli) e non al singolare (a S. Michele):
“Ton uranìon stratiòn architràtighi disopùmen imàs imìs i anàxii, ìna tes imòn deìsesi tichìsite imàs, sképi ton
pterìgon tis aìlu imòn dòxis frurùntes imàs prospìptondas ektenòs ké voòndas:
ek ton kindìnon litrosaste imàs, os taxiàrche ton àno dinàmeon (O principi
delle angeliche milizie, noi indegni vi supplichiamo che ognora ci sosteniate
con le vostre preghiere, custodendoci sotto l’ombra delle ali della vostra gloria.
Prostrati dinanzi a voi gridiamo: liberateci da ogni pericolo, o Condottieri
delle celesti schiere)”.
S.
Michele Arcangelo: culto e iconografia
L’Arcangelo Michele, citato più volte nel Vecchio Testamento,
principe degli angeli, è considerato protettore del popolo ebreo, difensore dei
deboli.
Nell’Apocalisse è descritto come avversario del demonio e
vincitore, con i suoi angeli buoni,
sugli angeli cattivi, i demoni.
Nell’iconografia, sia orientale che occidentale, S. Michele è
rappresentato come un soldato, con la spada in mano, con ai suoi piedi il
demonio sconfitto. A volte viene rappresentato con la bilancia in mano per la
“pesatura delle anime”.
Il culto a S. Michele sorge in Italia e si diffonde in tutta
l’Europa dopo le sue apparizioni (nel 490,
nel 492, nel 493 e nel 1656) in una grotta del Gargano, oggi Monte
Sant’Angelo.
Nel luogo delle sue apparizioni nel secolo sesto viene costruito
un santuario, ancor oggi meta di pellegrini provenienti da tutto il mondo.
Parecchie chiese, cappelle e oratori sono dedicate a S. Michele in
tutto il mondo ed inoltre è patrono di tante località italiane (Caserta, Cuneo,
Vasto, ecc ) e straniere (Jena, Colmar, ecc.) ed inoltre è protettore di popoli
(Longobardi), sovrani e varie categorie professionali (farmacisti, giudici,
radiologi, ecc.).
In alcuni comuni italiani è stato ripristinato in tempi recenti il
“ Palio di S. Michele” (Gualdo Tadino, Bastia Umbra, ecc.), che nel Medioevo si
svolgeva l’otto maggio. Il culto a S. Michele in Italia si è diffuso prevalentemente
durante il dominio bizantino e longobardo.
Culto
dedicato a S. Michele Arcangelo nel casale di Contessa
Nel resoconto della visita pastorale, effettuata nel casale di
Contessa dal vescovo di Girgenti il 29 agosto del 1669, viene riportato che,
nella chiesa dedicata a S. Maria delle Grazie vi sono tre altari: quello
maggiore, uno dedicato alla Beata Maria Vergine ed uno dedicato a S. Michele
Arcangelo.
Analogo riscontro si trova nel resoconto della visita pastorale
effettuata il 26 maggio 1678 con la espressa citazione dei predetti tre altari esistenti nella
cappella dedicata a S. Maria delle
Grazie. Nel resoconto viene anche precisato che il vescovo dispone che i due
altari dedicati alla Madonna ed a S. Michele vengano adattati adeguatamente, secondo
le norme canoniche, per la celebrazione liturgica.
L’otto agosto 1849 viene confermata alla chiesa latina la facoltà di
benedire le case il sabato santo e, come in passato, di fare alcune processioni: S. Marco,
Rogazioni, Domenica delle Palme, S. Antonio, S.
Rosalia, S. Francesco, S. Michele Arcangelo, Corpus Domini.
Questi riscontri documentali confermano che il culto dedicato
a S. Michele Arcangelo, è già di
particolare rilevanza fin dai primi insediamenti dei profughi albanesi nel
casale di Contessa e si è conservato nei secoli successivi, come dimostra la
processione che si svolgeva l’otto maggio a Contessa Entellina, fino a 50 anni
fa, e certamente dalla data in cui fu acquistata la statua, che si venera nella
chiesa parrocchiale latina.
(parte I - Continua)
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