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domenica 11 maggio 2014

Monaci Basiliani. In Sicilia il Cristianesimo fu bizantino n. 6

Il San Salvatore di Messina
Era l'anno 1131 quando Re Ruggero -con diploma emanato in Palermo- eresse il San Salvatore di Messina "a mandra", vale a dire casa madre di tutti i monasteri basiliani del suo regno.
Dopo due anni, sulla scia dell'organizzazione che esisteva per i monasteri del Monte Athos (dove verosimilmente Bartolomeo di Simeri aveva soggiornato), Re Ruggero istituì l'Archimandritato di Messina.
 Il primo Archimandrita, insediato sempre da Re Ruggero, fu il monaco Luca.
Il San Salvatore disponeva di una autonomia assoluta rispetto ai Vescovi ed ai prelati dell'isola e da esso dipendevano oltre quaranta monasteri dislocati in parte in Sicilia ed in parte in Calabria. 
Questi monasteri per quanto attiene l'amministrazione dipendevano dal San Salvatore (quelli minori) oppure (quelli maggiori) si autogovernavano da sè, con i propri "igumeni".
Le regole di San Basilio e di San Teodoro Studita erano integrate, presso ogni monastero, da regole proprie (i typicon).
Il Typicon del San Salvatore di Messina ricalcava, in linea di massima, quello del monastero di San Saba di Gerusalemme. Ad i monaci era interdetto, assolutamente, il consumo di carne e di formaggio, mentre era prescritto il consumo di pesce e di legumi.

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