Dopo aver dedicato in
precedenti blog (del 7\2, 18\2, 20\2, 22\2, 5\3, 14\3, 26\3, 28\3, 1\4,) testi
che riguardano immagine, chiesa, confraternita e parrocchia della Madonna della
Favara, di seguito sono riportate notizie su festa, fontana e quartiere,
secondo quanto emerso da ricerche e studi, condotti su documenti di
archivio, pubblicazioni, manoscritti e tenendo presente anche quanto
riferito da varie persone (ricordi, immagini, personaggi, fatti, situazioni ed
avvenimenti tramandati oralmente).
La festa della Madonna
della Favara, secondo la plurisecolare tradizione, è celebrata ogni anno a
Contessa il giorno otto settembre, dalla parrocchia greca, anche se la statua
si trova nella chiesa, dove dal 1698 ha sede la parrocchia latina.
Già nello statuto della “Compagnia della Madonna della Favara”, approvato dal
vescovo di Agrigento nel 1603, è prevista: la nomina di un cappellano
per celebrare nella cappella della Madonna della Favara la messa ogni domenica
ed in ogni festività; la celebrazione della quindicina di Agosto per
l’Assunzione della Madre di Dio; la celebrazione
della novena per la Natività della Madonna (otto settembre). Pertanto, almeno
dall'inizio del secolo XVII, dall'anno di costituzione della Compagnia, la
festa dell’otto settembre è celebrata dalla Confraternita nell’antica cappella,
che si trovava “fuori terra”, cioè fuori dal centro abitato.
Nel 1660, su richiesta dei Rettori della
Chiesa della Madonna della Favara, il vescovo di Girgenti concede
l’autorizzazione a fare la processione solenne per l’otto settembre con la
nuova statua della Madonna della Favara, scolpita nel 1652, “comandando al rev.
Arciprete e clero che vogliano intervenire a detta processione”.
L’autorizzazione quindi è concessa ai
Rettori della Compagnia della Madonna
della Favara, cui appartiene la cappella e dove sono celebrate le funzioni
religiose con la partecipazione di clero e fedeli dell’uno e dell’altro rito,
secondo la tradizione di ciascuno (latina o greca).
Le
funzioni ancor oggi celebrate dal clero greco nella chiesa della Madonna della
Favara sono: quindicina dell’Assunta (canto della “Paraclisis”, comunemente
definita “Compieta”), festa della nascita di Maria l’otto settembre (vespero, messa cantata e processione),
canto della resurrezione a Pasqua. Un elenco più ampio di tali celebrazioni è
riportato nel testo della Transazione
del 1754. Non suscitano più alcun interesse le celebrazioni decadute da tempo,
mentre può risultare utile qualche considerazione e precisazione sulle tre
ancor oggi praticate, confermate recentemente con comunicazione del vescovo di
Piana degli Albanesi (lettera del 22 agosto 2008, indirizzata ai due parroci di
Contessa), che comprendono:
-
vespero, divina liturgia e processione per la festa
dell’otto settembre
- canto della “Paraclisis” nella prima quindicina di agosto
- canto del “Kristòs anèsti” per Pasqua.
La festa della Madonna della Favara è stata ed è ancor oggi
l'avvenimento locale più importante. In tale occasione infatti si rinnovano
secolari tradizioni, che testimoniano
peculiari aspetti della identità religiosa e culturale della locale comunità.
I vari tentativi del clero latino di attribuirsi l’uso esclusivo della Chiesa
della Madonna della Favara non hanno fino ad oggi avuto un epilogo positivo
perché la plurisecolare tradizione delle celebrazioni del clero greco nella
predetta chiesa, basata anche su atti formali, più volte è confermata da
decisioni adottate in sede civile (1845, Tribunale del Regno) ed ecclesiastica
(1900, Curia della diocesi di Monreale).
La festa della Madonna della Favara è celebrata dal clero della
Parrocchia greca, fin dal secolo XVII, quando la Parrocchia latina non esiste
ancora. Non risultano fino ad oggi adottati provvedimenti ecclesiastici, che
modificano tale tradizione, che pertanto
è ancora viva e praticata.
Il canto della “Paraclisis” nella prima quindicina di agosto è una
celebrazione legata al culto della
“Dormizione-Kìmisis”, (Assunzione) della Madonna, il cui corpo, secondo
la tradizione della Chiesa, sia d’Oriente sia d’Occidente, non subì la morte, ma si addormentò e fu
dagli angeli portato in cielo. Kìmisis
(dormizione) deriva dal greco (kimèo=dormire) come la parola cimitero, che significa dormitorio. La “Paraclisis”, preghiera
con cui si chiede alla Madre di Dio l’aiuto per i bisogni spirituali, se
celebrata in una chiesa nella ricorrenza della Kìmisis (la Madonna assunta in
cielo) è una tradizione spiritualmente molto significativa per la comunità che
vi partecipa (i vivi) e per quanti “dormono” nell’attiguo cimitero in attesa di
essere svegliati per la resurrezione dei morti.
Infine il “canto del Kristòs anèsti” (oggi limitato al giorno di
Pasqua) ha sostituito l’antica tradizione di celebrare la Resurrezione di
Cristo col “cantare il vespero nei tre giorni di Pasqua”, come testualmente
riporta la Transazione.
La sorgente
Favara esiste già prima del ritrovamento, nelle sue vicinanze, dell’immagine
della Madonna. L’attuale abbeveratoio è certamente costruito quando cominciano
ad edificare delle abitazioni sia vicino alla chiesa sia vicino alla fontana
medesima, avviando così la nascita di un nuovo quartiere, denominato
“Favara” o “Fontana” (citato solamente nel rivelo del 1623). Il quartiere
“Madonna della Favara” è citato per la prima volta nel rivelo del 1714
(quindi dopo la costituzione della parrocchia latina) e sostituisce anche il
precedente toponimo.
La chiesa della Madonna della Favara, pur essendo la sede
(provvisoria) della parrocchia "latina" é particolarmente cara a
tutti i contessioti, sia di rito greco che di rito romano, perché custodisce la
statua della Madonna della Favara, la preziosa ed artistica "vara"
usata per la processione ed inoltre in essa si svolge la festa principale del paese, che costituisce l'avvenimento
culturale, sociale e religioso più importante di Contessa.
I contessioti, sia residenti che emigrati, sono molto legati a
questa chiesa, più volte danneggiata e più volte ricostruita, nella sua
plurisecolare esistenza, col contributo spontaneo di tutti.
In tutti i contessioti che vivono lontani dal paese natio infatti
rimane sempre vivo il ricordo della Madonna della Favara e quanti possono,
affrontano ogni anno anche lunghi viaggi e notevoli sacrifici per essere
presenti alla festa che si rinnova sempre uguale ma che suscita sempre nuove emozioni sia durante le funzioni
religiose (in particolare durante alcuni momenti della processione) sia per la
generale atmosfera gioiosa che accompagna tutti perché é possibile rivedere,
per molti dopo tanto tempo, familiari, amici, compagni di scuola, concittadini,
ecc.
Chi non é nato o vissuto a Contessa non prova questi sentimenti
(culto, devozione popolare, tradizionale festa, ecc.) e quindi non può comprendere profondamente cosa rappresenta per i contessioti la Madonna della Favara e la festa dell’otto
settembre, come è stata sempre celebrata fino ad oggi.
In
merito al canto della “Paraclisis”, è ancora viva nella memoria popolare la
triste esperienza vissuta nel mese di agosto 2009 quando,
per due settimane, le porte della chiesa
rimangono chiuse, forse nell'assurdo intento di far cessare l’annuale
pellegrinaggio del clero e dei fedeli nella chiesa della Madonna della Favara, da
sempre luogo di culto di tutti i contessioti, greci e latini.
Come
ogni anno però, per l'intera durata della prima quindicina di agosto, secondo
la plurisecolare tradizione, anteriore alla costituzione della parrocchia
latina, ogni giorno alle 18,30 fedeli e clero greco continuano a recarsi nella
chiesa della Madonna della Favara con l’icona della Madonna ODIGITRIA, con i
paramenti di rito bizantino ed i libretti con il testo trilingue (albanese,
italiano e greco) per il canto della “Paraclisis” (comunemente conosciuta come
“Compieta”): l’ufficiatura è regolarmente celebrata sul sagrato della chiesa
dal clero greco (parroco e diacono), con la partecipazione ogni sera composta e
sempre più numerosa di fedeli sia di rito greco sia di rito latino che, con la
loro presenza (questa è vera comunione ecclesiale!), confermano la plurisecolare
devozione per la Madonna ed esprimono la loro condanna del comportamento
scorretto di chi ha tenuto chiuse le porte della chiesa.
Questo penoso
episodio, in tutti i suoi aspetti, troverà una dettagliata descrizione in una
monografia, in corso di elaborazione, dedicata a " Greci e latini a
Contessa Entellina: due parrocchie tra dialogo e contrasti, antichi e
recenti". Lo scopo di questa monografia è di far conoscere eventi e
documenti originali che mettono in evidenza l'antica e profonda devozione di
tutti i contessioti verso la Madonna della Favara, come efficacemente
evidenziato dal canonico e parroco latino don Atanasio Schirò, storico di
Contessa, con queste sue parole: ": “la
devota pietà e religiosa attenzione hanno sempre formato della mista popolazione di Contessa un sol popolo santamente tenero ed entusiasta per culto e venerazione speciale alla benedetta Madre del Signore”.
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