MARCO CASTELNUOVO, caporedattore de La Stampa
Ha cercato di presentarsi bene, camicia bianca giacca blu, senza urlare,
senza dire parolacce, senza lasciarsi andare a battute. Ma poi non ce l’ha
fatta. Urlare è il suo argomento. È l’attore che recita Casaleggio. Come esce
dalla parte, cade. Casaleggio no.
Alcune frasi volevano essere battute, ma non facevano ridere e
resteranno scolpite (“Cosa farete in Parlamento? Non mi interessa” oppure “se
vinciamo? Il governo deve andare a casa. Se perdiamo? Ne prendo atto”). Tiene
le distanze da Vespa, cui pure dà del Tu è insieme al quale recita una parte in
commedia, ma poi, proprio allo sfumare della trasmissione, si dà il cinque con
lui. Sfrontato.
MATTIA FELTRI, giornalista de La Stampa
Come
al solito in pieno orgasmo oratorio: non si ferma mai, elude le domande, infila
gag e minicomizi, inventa percentuali, nemici, autostrade a 15 corsie. Vespa se
lo lavora col minimo sforzo di un “ma dai, su”.
MARIO CALABRESI, direttore de La Stampa
Grillo
funziona al massimo quando può esondare, travolgere tutto, anche la logica e
l’italiano. Ma davanti ai “Su dai...” di Vespa e alle punzecchiature lo si è
visto annaspare. Grillo ha fatto un grande regalo a Vespa: lo ha ringiovanito.
Il conduttore è quello che ci ha guadagnato di più.
BEPPE GRILLO, leader M5S
Sull'euro decida il popolo e non questi quattro coglionetti
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