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sabato 17 maggio 2014

Cose da conoscere

I mali dell'Italia sono di origine italiana
I demagoghi invece additano l'Europa

Luciano Cafagna, storico dei nostri giorni, nel suo libro dedicato a Tangentopoli n. 1 ha sostenuto che  "quando esplode una questione morale è perché esiste una questione economica”.
Non e' che Cafagna intendesse escludere l'esistenza della questione morale ma la interpretava come sintomo di affanno del sistema economico. Per dirlo in altri termini la questione morale come sovrastruttura del sistema socio-economico.
Adesso che e' esplosa la nuova Tangendopoli possiamo cogliere ad occhio nudo che il sistema Italia e' malmesso. 

Matteo Renzi di carattere e' un tipo tosto e avrebbe, riteniamo noi, il profilo adatto per far tornare in sesto il paese. C'e' fra i protagonisti poIitici del paese pure - in questa fase storica - Beppe Grillo che pero' scommette sul peggio, piu'  la nave affonda piu' lui gioisce perche ' il peggio lo favorisce elettoralmente.
 La recessione, la crisi del paese e' la grande alleata dei Cinque stelle, e di tutti quei partiti che addebitano all’Europa l’origine dei nostri mali.  Il bilancio dei primi tre mesi del 2014 è tornato negativo, con un meno 0,1, proprio quando perfino la Spagna dà segni di ripresa tangibili, e perfino la Grecia sta meglio di noi in quanto a trend di risalita dalla crisi. E' facile e demagogico per Grillo ed altri additare l'Europa, pero'  - va detto- e' atto di scorrettezza. I mali italiani dipendono dall'Italia, non dall'Europa.

Cos’é che non funziona? Qual’è la malattia italiana? Sicuramente il debito pubblico, accumulato negli anni e irrobustito in questo ventennio da politici inconcludenti ed ignoranti non solo a causa degli alti interessi che dobbiamo pagare, ma anche e sopratutto della mancata crescita. L’economia italiana non riprende, perché le nostre industrie faticano a essere competitive sui mercati. L'Italia ha una bassa produttività rispetto a quella tedesca e alla media europea.

Molte attività umane stanno scomparendo o sono scomparse del tutto e noi italiani facciamo finta di niente. Riteniamo che 20.000 dipendenti della Regione Sicilia lavorino proficuamente. Riteniamo che ad un operaio che pulisca le strade provinciali debbano fare da contraltare quattro capisquadra. Non ci accorgiamo di come il lavoro, sarebbe meglio dire, per parafrasare Marco Biagi, i lavori, siano in costante evoluzione. 
In Italia la politica degli inconcludenti non anticipa il futuro ma lo ritarda.  In Germania lo sforzo è stato fatto negli anni di governo del socialdemocratico Gerhard Schroeder,  e sta producendo i suoi frutti, in Spagna hanno usato metodi diversi e più duri, ma la situazione è in netto miglioramento. In Italia parliamo solo degli ottanta euro e degli show del comico.

Noi italiani non vogliamo prendere atto che i problemi sono altri e riguardano una vera e propria rivoluzione del mercato del lavoro, della produttività, dei diritti e dei doveri, tutti temi che la politica e il sindacato, e forse anche una parte del mondo produttivo, non vogliono affrontare.
Non affrontando i veri problemi diventa inevitabile che tutti, governo e partiti, lavorino e favoriscano Grillo. 
Certo gli scandali, Genovese, Greganti, l’Expò, non aiutano. Ma a far soffrire il paese è l'economia, seguendo lo storico Cafagna.
 Il voto che il 25 maggio andra' a Grillo e al suo Movimento  e' quello che nasce dalle inadempienze di tutte quelle forze politiche e sindacali che in questi venti anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo, piuttosto che curare  le esigenze del paese.

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