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domenica 4 maggio 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

MARCO 15,43 - 16,8

LO DEPOSE IN UN SEPOLCRO

GESÙ IL NAZARENO, IL CROCIFISSO, È RISORTO 

42 E quando già fu sera, poiché era parasceve, cioè presabato, 43 venendo Giuseppe d’Arimatea, nobile consigliere,  anche lui era uno che attendeva il regno di Dio - osò entrare da Pilato, e chiese il corpo di Gesù. 44 Ora Pilato si meravigliò che già fosse morto, e, chiamato il centurione, lo interrogò se da molto fosse morto; 45 e, informato dal centurione, regalò le spoglie a Giuseppe. 46 E, comperato un lino, calatolo lo avvolse nel lino, e lo depose in un sepolcro che era tagliato dalla roccia; e rotolò una pietra sulla porta del sepolcro. 47 Ora Maria Maddalena e Maria di Giosè contemplavano dove era posto.1 E, passato il sabato, Maria Maddalena e Maria di Giacomo e Salome comprarono aromi per venire a ungerlo. 2 E molto presto, il primo dei sabati, vengono al sepolcro, sorto già il sole. 3 E dicevano tra loro: Chi ci rotolerà via la pietra dalla porta del sepolcro? 4 E, guardando su, osservano che è stata rotolata via la pietra: era infatti grande assai. 5 Ed entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto alla destra, avvolto in veste bianca; e si spaventarono. 6 Ora egli dice loro: Non spaventatevi. Gesù cercate, il Nazareno, il Crocifisso. È risorto, non è qui! Ecco il luogo dove lo posero. 7 Ma andate, dite ai suoi discepoli, e a Pietro: Vi precede nella Galilea; lì lo vedrete, come vi ha detto. 8 E uscite, fuggirono dal sepolcro; infatti le aveva prese tremore e terrore. E non dissero niente a nessuno; temevano infatti.
Brano del Vangelo di Marco proclamato nella terza domenica dopo Pasqua

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^Il Signore dei Cristiani è in tutto simile all’uomo. È terra, materia, aderenza.  Tratto dalla terra, ad essa è pure stato destinato.  Gesù, secondo la tradizione, nasce in una grotta e in una grotta ha concluso la sua vita terrena. 

Il Signore del Cristiani ha trascorso la sua vita terrena a cercare l'uomo per avvicinarlo a sè; infine l'ha trovato sulla Croce dei malfattori, nell'affanno della vita, nella paura della morte.
Il mistero grande della fede dei Cristiani è questo limite ultimo possibile della kénosis (=Il Dio che si assimila all'uomo).  Un Dio solidale con noi in tutto, fino a diventare ciò che nessuno vuol essere e ognuno però diventa: il niente di sé, la morte.  
Nel sepolcro finalmente questo strano Signore incontra tutti, nessuno escluso. Lì, nel sepolcro, c'è il luogo di convegno universale, dove tutti sanno di avere un appuntamento, e che tutti temono.  
Negli inferi tutti noi uomini ci riuniamo, stolti e sapienti, ugualmente sconfitti e vinti, ricchi, derubati e poveri.  Lì la morte regna sovrana sull’uomo e la sua storia.

Ma un Signore, un Dio, un essere per antonomasia "sempre vivo" che ci fa nel sepolcro, nella tomba ? 
Per i Cristiani questo strano Signore annuncia pure lì il Vangelo (=la buona notizia). 
Egli non libera dalla morte, ma nella morte. Finisce -pure Lui- nel sepolcro come noi nella valle oscura, ed essendo Egli Signore libera con la sua morte dalla paura della nostra morte. Egli è in condizione di realizzare ciò essendosi fatto solidale già nella croce (sofferenza), nelle vicissitudini della vita, nella morte.

Cosa vuole significare questa forte passione per la solidarietà?
Lì, nel sepolcro, nella morte, c’è il Signore che -per amicizia (=solidarietà) con noi- è venuto a cercarci pure nella tomba.  
Il vero sepolcro, questo è il messaggio, è al di qua della pietra. 
Il vero sepolcro è quel nostro vivere nella prepotenza, nel possedere, nell'apparire (=vana gloria), ai danni di coloro a cui non sappiamo mostrare la solidarietà, ossia al prossimo, all'immigrato, allo sfortunato.
Questo Signore Cristiano non salva quindi dalla morte ma nella morte, dove andando ad incontrare pure Lui è segno che non tutto finisce lì. 

Nel prossimo che non aiutiamo, ogni giorno, noi continuiamo a crocifiggere quel Signore, il quale -di contro- ogni giorno tenta di farci rivivere dalla tomba delle nostre malevoli passioni di possesso, di potere, di apparire.

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