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venerdì 18 maggio 2012

Sistema tributario. E' un delitto che il denaro pubblico finisca per alimentare il parassitismo di una regione sempre più ingovernabile

Equitalia. Questa denominazione è divenuta di abituale discussione nelle famiglie italiane. Si tratta di una società al 100% di partecipazione pubblica. dello Stato, in pratica.
In Sicilia Equitalia non esiste; però non possiamo dire di essere più fortunati dei concittadini della penisola.
In Sicilia esiste Serit Spa; pure questa è una società per intero partecipata dal pubblico (90% dalla Regione e 10% da Equitalia).
Come mai questa difformità se i tributi sia nella penisola che nell'isola sono identici.
P.zza Umberto I - Contessa Entellina
La spiegazione sta nello Statuto Regionale. In Sicilia tutti i tributi erariali, sia che siano istituiti dal governo centrale sia che dovessero avere provenienza dalla Regione, tutti confluiscono nelle casse della Regione Sicilia (ecco la specialità). Sappiamo bene che l'impiego di questa ricchezza finisce quasi per intero per alimentare il parassitismo clientelar-politico di una regione devastata da mascalzoni, ladri, mafiosi, incompetenti e miserabili politicanti da quattro soldi.
Nessuna Regione in Italia incassa l'irpef, l'iva, e tutto il resto dei tributi. La Sicilia si.
 Equitalia è in questi giorni sotto l'attenzione dell'opinione pubblica. Si tratta di una scusa. L'opinione pubblica italiana avrebbe dovuto infatti essere attenta in tutti questi ultimi venti anni in cui governi costituiti da misere figure, inette, incapaci ma rapaci hanno sprecato le risorse che invece si sarebbero dovuto ben impiegare. Bastava copiare ciò che faceva, in contemporanea, la Germania.
Equitalia non fa altro che il dovere di riscuotere le tasse, o meglio i tributi.

E la Serit che fà ?
E' l'esempio di come non deve essere Equitalia; la Serit è la patria dell'organizzazione di tanti sprechi.
Vi lavorano circa 800 dipendenti e nel 2010 ha fatto registrare perdite d’esercizio per oltre 5 milioni di euro.
Dietro ad essa c'è mamma Regione, ossia il parassitismo vivente.
 
Esuberi.
Dietro le scrivanie della Regione, al 31 dicembre 2010, sedevano 14.019 dipendenti in più che in Lombardia. Parte di loro potrebbero effettuare la riscossione facendo risparmiare sui costi del personale. Nei comuni esistono i precari; questi potrebbero benissimo occuparsi della riscossione dei tributi locali, si chiamino tarsu o Imu o in qualsiasi altro modo.
Tempo fa un ministro, Padoa-Schioppa disse che le tasse sono una “cosa bellissima”;  non ci sono dubbi, senza la riscossione dei tributi non esiste "comunità", non esiste società organizzata.
 I dubbi sorgono quando si scopre che le società che si occupano della loro riscossione si arricchiscono sulle spalle dei cittadini.
Sono state accusate un po’ di tutto:
-di non fornire adeguate informazioni,
-di ricorrere a metodi disumani,
-di commettere errori di calcolo.
Ma soprattutto di strozzare i contribuenti – tutti, eccetto gli evasori – con l’aggio, il 9% calcolato su ogni cartella esattoriale che costituisce il compenso per le loro prestazioni.
Questo 9% se proprio deve essere prelevato dalle tasche dei cittadini (il decreto salva-Italia ne prevede l'abolizione) sarebbe preferibile che fosse riscosso direttamente dal personale in esubero della Regione e dai precari degli enti locali.
 

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