di MANUEL
NIN
La
Pentecoste è una delle feste più antiche del calendario cristiano. Già nel III secolo
ne parlano Tertulliano e Origene, e la indicano come festa celebrata annualmente.
L’icona della Pentecoste normalmente ritrae gli apostoli, in due gruppi,
presieduti da Pietro e Paolo. Si tratta soprattutto di un’icona liturgica; in
essa gli apostoli sono radunati come nella celebrazione della liturgia, come una
concelebrazione attorno al trono vuoto, preparato per Cristo. La presenza di
Pietro e Paolo nell’icona sottolinea la presenza di tutta la Chiesa in attesa
dello Spirito Santo e da lui stesso radunata. L’icona mette in luce come la
Chiesa nasce in una situazione di profonda comunione tra gli apostoli, in un contesto
da cui dovrebbe scaturirne anche la comunione per tutta la Chiesa, per tutto il
mondo.
Diversi
testi liturgici fanno un parallelo tra Babele e Pentecoste; la prima luogo di
confusione e di divisione, la seconda luogo di concordia e di lode: «Un tempo
si confusero
le lingue per l’audacia che spinse a costruire la torre, ma ora le lingue sono
riempite di sapienza per la gloria della scienza divina. Là Dio condannò gli
empi per
la loro colpa, qui il Cristo illumina i pescatori con lo Spirito. Allora si
produsse come castigo l’impossibilità di parlarsi, adesso si inaugura la
concorde sinfonia delle voci per la salvezza delle anime nostre.
Quando
discese a confondere le lingue, l’Altissimo divise le genti; quando distribuì
le lingue di fuoco, convocò tutti all’unità. E noi glorifichiamo ad una sola
voce lo Spirito tutto santo».
Nei
testi della festa troviamo due tropari a loro volta entrati nella celebrazione quotidiana
della liturgia bizantina. Ecco il primo: «Re celeste, Paraclito, Spirito della
verità, tu che ovunque sei e tutto riempi, tesoro dei beni ed elargitore di
vita, vieni e abita in mezzo a noi, purificaci da ogni macchia e salva, o
buono, le anime nostre». Questo testo è diventato l’invocazione iniziale dello
Spirito Santo che apre tutte le celebrazioni dell’anno liturgico, eccetto il
periodo pasquale. Il secondo — «Abbiamo visto la luce vera, abbiamo ricevuto lo
Spirito celeste, abbiamo trovato la fede vera, adorando l’indivisibile Trinità: essa
infatti ci ha salvati» — è quello che si canta subito dopo aver ricevuto la
comunione ai santi doni del Corpo e del Sangue di Cristo. I doni santificati
dallo Spirito Santo diventano per coloro che li ricevono luce veritiera, fede
vera e lode alla santa Trinità.
«Benedetto
sei tu, Cristo Dio nostro: tu hai reso sapientissimi i pescatori, inviando loro
lo Spirito santo, e per mezzo loro hai preso nella rete l’universo. Amico degli
uomini, gloria a te». Questo tropario inquadra tutta la festa della Pentecoste
nella tradizione bizantina e la
sua stessa icona. Grazie al dono dello Spirito Santo i discepoli portano al
mondo la buona novella: il Padre, per mezzo del Figlio manda lo Spirito Santo
alla Chiesa, a ognuno dei suoi discepoli sparsi nel mondo.
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