Leonardo Sciascia: “Il dato più probante della corruzione italiana non risiede nel fatto che che si rubi nella cosa pubblica e nella privata, quanto nel fatto che si rubi senza l’intelligenza del fare e che persone di assoluta mediocrità si trovino al vertice delle istituzioni. In queste persone, la mediocrità si accompagna ad un elemento maniacale, di follia, che nel favore della fortuna non appare se non per qualche innocuo segno, ma che alle prime difficoltà comincia a manifestarsi e a crescere fino a travolgerli. Sono dei cretini con qualche lampo di imbecillità: solo che nel contesto in cui agiscono l’imbecillità appare - e in un certo senso è - fantasia. In un società ordinata non sarebbero andati oltre la qualifica di impiegati d’ordine; in una società in evoluzione, sarebbero stati subito emarginati, non resistendo alla competizione con gli intelligenti; in una società non società come la nostra arrivano ai vertici, e ci stanno fin tanto che il contesto stesso che li ha prodotti non li ringoia”.
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