Ogni 100 italiani, solamente 2 (DUE) dicono di confidare nei partiti.
Si tratta dei scilipodi, delle loro famiglie, dei galoppini senza lavoro che vivono delle bricciole che i Filippo Penati passano loro, dei consiglieri provinciali che non vogliono perdere i loro 3.000/4.000,oo euro al mese.
Ebbene sono costoro, questo due per cento di italiani, che hanno portato il nostro paese al punto critico in cui si trova e da cui Mario Monti sta tentando (con esiti ancora non scontati) di disincagliare.
Sappiamo tutti, molto bene, che da noi -in Italia- si pagano tributi a più non posso per poi avere servizi scadenti. L'attuale governo ha incluso nella terapia ulteriori aumenti fiscali (dall'Imu, all'incremento delle accise sui carburanti). Tutti dovremmo pensare che con queste cure da cavallo il "debito pubblico", il grande bubbone che ci fa soffrire, dovrebbe ridursi. Ebbene, no.
Il governo di Berlusconi (coadiuvato dal ministro Tremonti, colui che pagava 3/4000,oo euro di affitto in liquido !!) aveva perso il controllo della spesa pubblica, ossia non riusciva più a gestirla; fino al punto che questa si autoalimentava senza che nessun correttivo riuscisse ad incanalarla su un solco prefissato.
Per capire la situazione si pensi (lo ripetiamo) che il governo di Mario Monti nonostante abbia notevolmente acresciuto il gettito fiscale, abbia ridotto le spese, non è ancora riuscito a contenere il debito, che pertanto continua -allegramente- a crescere.
Il Documento di economia e finanza (Def) prevede per il 2012
-una spesa complessiva di 725 miliardi,
-oltre ad interessi sul debito per 84 mld.
-Di fronte ai complessivi 809 mld di uscite,
-lo stesso Documento iscrive entrate per 782 mld.
A bocce ferme, quest’anno il debito pubblico aumenterà, dunque, di ben 27 miliardi.La situazione è grave, ma non irrimediabile.
Fa rabia, molta rabbia sentire i berluscones, i massimi responsabili del disastro che ancora vorrebbero impartire lezioni.
Al punto in cui siamo, da un canto non è possibile aumentare le imposte e, dall’altro, c’è urgenza di reperire risorse per infrastrutture, opere pubbliche e sostegno alle imprese, esclusivamente per nuovi investimenti.
E' inevitabile pertanto continuare a tagliare la spesa pubblica ed improduttiva, per aumentare quella produttiva di ricchezza.
Vanno tagliati tutti i rami secchi, primi fra tutti i fondi che vanno ai ladroni, ai politicanti, ai grandi burocrati, ai mascalzoni di stato.
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