Vertice
del G8 a Camp David.
Gli otto grandi (Stati Uniti, Canada, Giappone, Russia,
Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna) s’incontrano in queste ore per mettere nero su
bianco una strategia anti crisi.
Tra
i temi caldi sul tavolo dei leader, non solo la crisi dell’eurozona, con la Grecia tuttora senza un Governo, ma anche
l’Afghanistan e la Siria.
La novità di
questo vertice è il confronto Hollande-Merkel. I due leader, infatti,
concordano sull’esigenza di dare spazio alle misure di crescita dell’economia,
ma è proprio sull’interpretazione di questa parola, «crescita»,
che le posizioni divergono.
Berlino
punta a una crescita che — seguendo i dettami di Mario Draghi
— passa per le riforme strutturali (liberalizzazioni, conti equilibrati, misure
contro il debito pubblico), mentre Parigi pensa a iniezioni di spesa pubblica;
una tipica misura contro il ciclo economico di stampo keynesiano.
Il compromesso
dovrebbe essere possibile, dicono gli
analisti, ma sarà molto difficile.
Il
secondo significativo aspetto di questo G8 riguarda l’Italia. Mario Monti è stato invitato
ad introdurre i lavori della prima sessione; segno di apertura di credito nei confronti di quanto il
governo ha fatto finora.
Il giudizio definitivo però si misurerà sui risultati che coglieremo, o meno, nelle tasche delle famiglie.
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