Il governo
Monti ha recentemente impostato il piano di restituzione alle imprese di 20/30
miliardi di euro a fronte di prestazioni di beni o servizi resi alla Pubblica
Amministrazione.
E’ ovvio che
un simile ammontare non è addebitabile all’attuale governo bensì a chi negli
ultimi anni ha retto il Belpaese, regioni, province etc, comprese.
Saggezza
vuole che se il governo nazionale si imbarca in una iniziativa enorme, come
sono 20/30 miliardi, pigli delle precauzioni, nel senso di imporre che chi
continua a “scialacquare” prima mostri “serietà” e poi verrà ammesso nel piano.
I quattro
decreti del governo, al momento, escludono la possibilità di certificare i
debiti per le imprese delle regioni sottoposte a ‘piani di rientro’, tra le
quali c’è –non c’era dubbio alcuno- la Sicilia di Raffaele Lombardo.
“Abbiamo più volte evidenziato al governo nazionale - dice Armao - che la Sicilia è la Regione con le performance più positive nel miglioramento dei conti in materia sanitaria ed è ormai fuori dal piano di rientro. D’intesa con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, chiederemo l’estensione immediata alle imprese siciliane delle misure di accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione”.
“Abbiamo più volte evidenziato al governo nazionale - dice Armao - che la Sicilia è la Regione con le performance più positive nel miglioramento dei conti in materia sanitaria ed è ormai fuori dal piano di rientro. D’intesa con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, chiederemo l’estensione immediata alle imprese siciliane delle misure di accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione”.
“La Sicilia-
aggiunge l’assessore regionale per la Salute Massimo Russo - non può essere
inserita tra le regioni italiane che rischiano di essere escluse dai benefici
economici previsti dal provvedimento del ministro Passera. La nostra Regione,
infatti, con grandi sacrifici ha brillantemente superato il Piano di rientro
già nel 2009 e ha anche rispettato gli impegni assunti con il successivo
Programma Operativo firmato con il Ministero e che scadrà alla fine di
quest’anno: il 2011 si è chiuso con lo squilibrio programmato di circa 40
milioni di euro, abbondantemente compensato dai circa 330 milioni di euro
provenienti dalle addizionali è stata più volte additata in campo sanitario
come esempio virtuoso per il risanamento economico e la riqualificazione del
sistema”.
Si, deve
essere proprio come dicono i due assessori.
In Sicilia,
lo sappiamo tutti, la finanza pubblica è in buone mani. Sono mani che nel
bacino Mediterraneo esistono solamente qui.
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