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sabato 5 maggio 2012

La crisi. E' figlia di un modello che non può ulterirmente produrre benefici

Capita di dover ascoltare da amici, vedere su pagine facebook e assistere a discussioni dove la responsabilità socio-economica odierna del nostro paese viene addebitata a Mario Monti.
Mario Monti può avere la responsabilità di azzeccare o meno le misure anticrisi (indubitabilmente amare), ma la responsabilità ha origini più lontane.
In genere tutte, ripeto tutte, le voci che si elevano contro Mario Monti sono tutte voci che osannavano meno di un anno fà il premier/buffone che ha retto per oltre un decennio questo paese. 
Un premier che si è curato solamente degli "affari propri" (parlano in proposito ben 40 leggi fatte sulla misura e la statura di Mediaset etc.). 
La crisi tuttavia non ha nemmeno origini dal premier/barzelletta che porta su di sè l'incompetenza di non avere saputo prendere le contromisure in tempo debito. Ci avrebbe evitato la terampia intensiva messa, necessariamente, in campo da Mario Monti.
La crisi non è nemmeno colpa dell'euro, e nemmeno delle rigidità ad esso connesse. Senza l'euro l'Italia sarebbe oggi in una situazione da paese delle banane. Per fortuna che c'è l'euro (e le rigidità ad esso connesse). Sarebbe meglio, ovviamente che ci fosse un modo di governo europeo più flessibile; ma questa è la situazione.
Dove è nata, allora la crisi ?
Lo sappiamo tutti: è nata in America. Sta lì il cratere. 
Gli Stati Uniti da un tempo ormai lungo vivono al di sopra delle loro possibilità. Hanno un debito pubblico da far impallidire chiunque, anche paesi come l'Italia.
Erano potenza di influenza planetaria ed oggi lo sono solo dal punto di vista militare, non  più da quello di attrattiva.
La situazione dei conti pubblici di Stati Uniti (e Giappone) è oggi tanto negativa quanto quella
dell’eurozona, «se non addirittura peggiore». A sostenerlo è il capo economista del Fondo monetario internazionale (Fmi), Olivier Blanchard. Secondo questo esperto, l’Europa non è l’unico
punto caldo della crisi: negli Stati Uniti e in Giappone si nascondono pericoli che potrebbero destabilizzare ancor di più il sistema. Per questo i Paesi più indebitati dovrebbero puntare nel lungo periodo a portare il rapporto debito/pil al 40%, un livello più rigoroso di quello che si propone l'Europa (60%).
E' l'Occidente, il modello di vita da noi costruito, che scricchiola; ed ovviamente i paesi più fragili ne subiscono per primi le conseguenze. 
Con l'odierna crisi dobbiamo convivere. Convivere per parecchio, parecchio davvero.

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