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lunedì 17 ottobre 2011

L'Italia si impoverisce, ma chi dovrebbe guidare l'economia ed il paese è avvolto nell'egoismo


In Italia (che i giornali berlusconiani continuano a definire la settima potenza del pianeta) secondo un recente rapporto della Caritas  sono 2,73 milioni le famiglie che vivono sotto la soglia dell'indigenza.
Dal 2005 al 2010, i giovani in età inferiore ai 35 anni che si sono rivolti alle associazioni di volontariato per essere assistiti sono cresciuti del 60%.

In Italia ormai tutte le famiglie, comprese quelle che dieci anni fà venivano definite come appartenenti al "ceto medio" si ritrovano ogni anno che passa con meno risorse e più disperazione; diversa è la situazione dei ceti superiori, di quel dieci per cento di italiani che possiedono il 60% della ricchezza nazionale.
Secondo il rapporto 2011 della Caritas (“Poveri di diritti”, Edizioni Il Mulino) gli italiani che vivono in povertà, in piena povertà, sono 8,3 milioni, pari al 13,8% della popolazione.
Tra le fasce più colpite, nell'odierno contesto di crisi economico-finanziaria e di egoismo delle classi che detengono il potere (politicanti, finanzieri, e manager), si trovano ovviamente
- le famiglie numerose,
-quelle con un solo genitore,
-e i nuclei (ossia le famiglie) meridionali.
Il dato che più colpisce, però, è un altro: il 20% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto in Italia ha meno di 35 anni.
In soli cinque anni, dal 2005 al 2010, del resto il numero di giovani che si rivolgono alle associazioni di volontariato è aumentato del 59,6%.
Il 76,1% di essi non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%.


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