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lunedì 31 ottobre 2011

La società contadina nella nostra zona

Vita domestica e vita sociale anteriore al 1968 (1)
Non c’è alcun dubbio che il terremoto del gennaio 1968, pesantemente abbattutosi nella Valle del Belice, abbia segnato un discrimine socio-economico ed anche culturale nella vita dei comuni della nostra zona, alle zone interne dell'isola comprese fra il corleonese, l'agrigentino ed il trapanese. Da un modo di vita prettamente ed integralmente ‘contadino’ si è passati ad un modo di rapido apprendimento dei modelli sociali proposti dai media e dalla televisione in particolare. Il rischio di oggi, dei nostri giorni da terzo millennio, è che ci si scordi, non ci si preoccupi di lasciare memoria a chi verrà dopo di noi, della società contadina.
Qualcosa lentamente cominciò a muoversi dalla fine della seconda guerra mondiale ma in modo  molto impercepibile per il sentire e l'agire collettivo, come per esempio con la riforma agraria, comunque quegli eventi pur significativi non ebbero un impatto tale da segnare un cambiamento culturale che, invece, è -a nostro modo di vedere- individuabile nell'evento sismico del 1968. 
I nostri giovani, tutti -più o meno- con studi superiori ed universitari, pensano che da noi quella che con espressione estensiva viene chiamata "società contadina" sia cessata nell’Ottocento come, in effetti è avvenuto in gran parte del territorio italiano. La realtà è invece altra; fino a quarant’anni fa i nostri paesi vivevano un tardivo medio evo che non solo non si era aperto alla "storia contemporanea" ma -sotto certi aspetti- era lontano persino dalla "storia moderna" che come ognuno sa comincia dal millecinquecento. In buona sostanza poco nella vita, nell'umanità, dei contessioti era cambiato dalla fondazione del paese, dai Cardona, fino al secondo dopoguerra del Novecento.
Con l’aiuto di tutti coloro che lo vorranno tenteremo di tratteggiare aspetti e situazioni di un mondo che sembra lontano ma non lo è affatto se riusciamo mentalmente a ripensare le epoche attraversate dall'uomo, dall'uomo di tutti i tempi.
Non serve a nessuno occultare, cancellare, dimenticare un'epoca che volente o nolente ha segnato il carattere e l'essere della Comunità ed anche in maniera più precipua di chi oggi ha più di sessant'anni. Chiunque voglia rievocare modi, aspetti e momenti di quel mondo -che non è nè tutto da respingere nè tutto da valorizzare- può farlo inviandoci all'e-mail del blog appunti, memorie, articoli e documentazione.
Per aiutare la memoria di chi allora c'era riportiamo intanto solamente alcuni flash:
-personaggi alla guida della comunità erano non più di cinque figure, sindaco, medico, parroco e maresciallo.
-le case erano riscaldate, se lo erano, dal bracere o dal 'pignateddu' di rame, dal calore del forno e delle cucine a legna in muratura.
-i cibi, l'alimentazione, erano nella quasi totalità frutto di autoproduzione, dalla pasta al pane ai condimenti.
-fonte di sostentamento per oltre il 95% della popolazione era l'agricoltura gestita con mezzi e strumenti che nonostante l'esistenza di alcuni trattori ed altre novità non si discostava -nella generalità- dai metodi in pratica all'epoca dei faraoni in Egitto.
Inizieremo un cammino su questi sentieri della memoria dopo che avremo raccolto un pò di elementi da chi più ricorda e da chi più ha vissuto. 

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