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martedì 25 ottobre 2011

La Grecia è vicina se i politicanti non cambiano le consuete abitudini

La Grecia
In Grecia la gente che protesta sa bene di avere vissuto da qualche tempo in qua al di sopra delle proprie possibilità,  per troppi  anni.
Non più di tre anni fa i nostri giornali riportavano notizie e commenti da cui apprendevamo che i greci godevano di un reddito pro-capite vicino al sorpasso di quello goduto da ciascun italiano. Che la Grecia abbia vissutro al di sopra di quanto la sua economia riusciva a produrre lo sa molto bene anche l’opposizione all’attuale governo di Papandreu, la destra di Nuova Democrazia, ossia il partito sotto il cui governo sono stati truccati i conti pubblici che consentirono al paese l’ingresso nell’eurozona.
Si, la Grecia, i greci sanno bene di aver presentato conti falsi e di aver distrutto in consumi spesso parassitari ricchezza che non esisteva; sanno che il paese si è indebbitato a più non posso.
L'austerity varata dai socialisti del Pasok, oggi al governo, è atto di coraggio e di doverosa responsabilità.
L’odierno odiatissimo Papandreu è l’uomo a cui la Grecia -fra trent’anni- dovrà elevare riconoscimenti e statue per aver onorato e riportato la dignità nazionale e per aver sanato un paese che stava per essere divorato dalle cicale e dalle generazioni dedite a vivere senza produrreo a produrre meno di quanto consumavano. 
La situazione del debito ormai non lascia margini di gestibilità, il "default pilotato" , ossia il fallimento concordato con i creditori (le banche europee, prevalentemente) è inevitabilmente la via di uscita.. Si discute ormai solo del quantum.
Gli slogan della piazza, consapevole della situazione difficile ma poco convinta, poco disponibile a dover rientrare nelle proprie possibilità, indicano la disperata semplificazione di una strada impraticabile di conservare un livello di vita superiore alle proprie possibilità.
Della crisi, le cause sono tante.
Si dice che la colpa sia della globalizzazione, della deregulation, del  mercatismo, dell'economia finanzaria, dei banchieri senza scrupoli, della ricchezza drogata, etc. Ma si dice anche altro. Si dice, per esempio, che la cattiva politica in mano spesso, troppo spesso a politicanti senza scrupoli abbia puntato al 'vivere facile', al "vivere parassitariamente", al "vivere alla maniera del scilipotismo".

Con qualche semplificazione, ma abbastanza comprensibilmente, possiamo dire che "Nessun leader è migliore del popolo che governa". I greci che avevano un paese dove in ogni famiglia c'era un dipendente pubblico o un politicante con indennità di carica non erano migliori dei governanti-politicanti di "Nuova Democrazia"; non era difficile per ciascun greco intuire che il paese viveva sulla carta piuttosto che sul lavoro.
Ad Atene i manifestanti di oggi sono figli della generazione che, a destra con Karamanlis, ma verosimiolmente anche a sinistra ha legittimato una democrazia oligarchica e clientelare, ha condiviso l'ingrossamento a dismisura del pubblico impiego, ha finto di non vedere la corruzione dilagante, ha fatto proprie lre regole ed i modi dell'evasione fiscale, proprio come da “sempre” accade da noi. E non cerchiamo, quindi, noi italiani verginità o purezze che non abbiamo e non abbiamo mai avuto.
Adesso, con l'austerity i greci, pagano e  stanno pagando tutti i greci, pure gli ingenui, coloro che non hanno partecipato alla grande festa, i giovani e coloro che nella loro esistenza hanno fatto sempre il loro dovere e hanno possibilmente denunciato il parassitismo dilagante che ha, alla fine, corroso il paese.

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