StatCounter

venerdì 14 ottobre 2011

Come si fa a non essere indignati ?

Sono anch’io un’”indignata”
di Anna Fucarino


Si svolgerà domani 15 ottobre 2011 presso le città di Roma e in contemporanea anche in 791 citta' di 71 paesi in tutti i continenti la manifestazione degli “Indignados” ossia gli indignati, un movimento che negli ultimi tempi sta attirando l'attenzione mediatica di tutto il mondo su di sé: dalla Spagna, dalla Gran Bretagna, ai Paesi Bassi, passando per la Polonia, la Francia, la Russia e la Germania, ora arriva anche in Italia. Milioni di persone si mobiliteranno contemporaneamente per rivendicare "diritti e politiche sociali a sostegno dei giovani, dell'occupazione, del welfare contro le misure di austerity imposte dagli organismi finanziari internazionali con il beneplacito dei governi nazionali".
Ma chi sono gli “indignados”?  <Sono semplicemente persone comuni, gente che si alza ogni mattina per studiare, lavorare o per cercare lavoro, persone che hanno famiglia ed amici.
Persone che lavorano duramente ogni giorno per vivere e per dare un futuro migliore a chi le circonda. Alcuni si ritengono più progressisti, altri più conservatori. Altri sono credenti, altri no. Alcuni hanno un’ideologia ben definita, altri si sentono apolitici, ma tutti quanto sono preoccupati ed indignati per il panorama politico, economico e sociale che li circonda, per la corruzione di politici, imprenditori, banchieri e per l’impotenza del cittadino.>
L’idea portante di queste persone è che in una società avanzata devono essere rispettati i diritti fondamentali dell’individuo, ossia diritto alla casa, occupazione, cultura, sanità, istruzione, partecipazione politica, libero sviluppo personale ed i diritti di accesso ai beni necessari per una vita sana e felice.
Queste persone ritengono che in una società avanzata le priorità debbano essere uguaglianza, solidarietà, libertà di accesso alla cultura, sostenibilità ecologica e sviluppo, il benessere e la felicità delle persone.
Essi ritengono inoltre che la nella democrazia (demo=popolo, crazia= governo), il governo debba essere del popolo, mentre nel nostro Paese la maggior parte della classe politica non ascolta nessuno dei bisogni del popolo ma tutela e salvaguarda solo gli interessi delle maggiori potenze economiche creando ricchezza solo per pochi e gettando nella povertà un’intera popolazione.
Sul sito del Coordinamento spiegano così le ragioni della grande protesta: "La giornata del 15 ottobre vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo, contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia compiuta, con le politiche anticrisi, a difesa dei profitti e della speculazione finanziaria. “Le persone non sono un debito".
Anch’io mi sento e sono una “indignata” e, dunque, partecipo in pieno a queste convinzioni e a queste ideologie. Mi sento indignata perché vincitrice dell’ultimo concorso nazionale del 2000, dopo diversi corsi post lauream e dopo aver lavorato diversi anni di insegnamento a scuola, con i tagli effettuati dalla Riforma Gelmini, ho dovuto fare valigie e lasciare casa, affetti, il mio paese il mio mondo, per trovare lavoro lontana dal posto in cui sono nata e cresciuta e dove avevo deciso di costruire il mio avvenire assieme alle persone che amo. Sono stata sradicata dal mio ambiente naturale, dalla mia terra che ho tanto amata e che ancora amo tantissimo solo perché una classe dirigente e politica gretta e meschina ha il potere di gestire e di decidere sulla vita di chi ha lavorato e si è impegnato onestamente a costruirsi il proprio avvenire senza aver mai chiesto favori a nessuno. Ci hanno costretto a privarci dei nostri affetti, del diritto di avere un lavoro onesto, gratificante e retribuito che consenta di vivere una vita dignitosa e di assicurare un futuro migliore ai nostri figli.
E’ veramente umiliante essere sempre precari e dover trascorre mesi o anni di ansia nell’attesa di sapere se l’anno successivo otterrai un lavoro o meno; è avvilente trovarsi a lavorare a fianco di colleghi che per lavorare e non allontanarsi dalle famiglie, devono fare sei e più ore di treno al giorno, perché le cattedre sono state tagliate e, come me, hanno dovuto trasferirsi altrove; è umiliante vedersi accanto colleghi che a 56-60 anni devono ancora entrare di ruolo; è indignitoso ritrovarsi con classi sovraffollate a cui vengono aggiunti altri 5-7 alunni di altre classi in cui manca qualche docente e non vi è un sostituto che possa tenerli in classe, con il conseguente fastidio che viene creato nella classe ospitante; è anticostituzionale ritrovarsi in scuole fatiscenti, con finestre e infissi rotti, con pochissimi servizi per gli allievi, non esistono lavagne interattive, non esiste un laboratorio di arte, né un laboratorio linguistico, per non parlare del fatto che per fare le fotocopie agli alunni che, per motivi personali, non hanno i testi o per fare i compiti scritti in classe, un docente debba portarsi la carta da casa e a volte, manca anche il toner alla fotocopiatrice.
Ci stanno privando del nostro diritto allo studio, il loro volere è di costruire un popolo ignorante perché là dove c’è ignoranza lì loro possono meglio governare e tutelare i propri interessi.
Non è accettabile che chi guadagna poco debba sempre guadagnare meno e chi invece ha già tanto debba avere di più.
Mi sento indignata per questo e molto altro ancora, per la mancanza di valori di questa classe dirigente, per tutto lo spreco di soldi che gira intorno al modo politico, soldi che servirebbero a dare lavoro e costruire un futuro migliore per tutti non solo per pochi. Basta scendere al centro di Roma e vedere lo sfarzo di auto blu parcheggiate di fronte al Senato, gente che mangia sulle spalle di chi li ha votati e a cui avevano fatto delle promesse, mai mantenute.
Lottiamo dunque per un modo migliore, lottiamo per un vita migliore per noi e per i nostri figli e indigniamoci ogni volta che i nostri diritti vengono calpestati.

Nessun commento:

Posta un commento