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sabato 29 ottobre 2011

L'Italia all'Europa ha offerto "il libro dei sogni" e null'altro.

Il nostro premier non solo è incapace di affrontare la crisi, ma è addirittura assente, non è infatti mai venuto in televisione –a reti unificate possibilmente- per spiegarci cosa stia accadendo alla finanza pubblica del nostro paese, come mai siamo arrivati a questo punto di difficoltà dopo che da tre anni ci eravamo abituati a sentire che noi italiani stavamo bene ed eravamo addirittura in condizioni migliori del resto del mondo. Ieri sera Enrico Mentana, sul Tg-La 7, ha evidenziato -di sfuggita- come tutti i capi di governo del mondo -nel chiedere sacrifici ai loro concittadini nell’intento di superare la congiuntura negativa- si siano adoperati a spiegare, a valutare e a indicare obiettivi futuri.
Da noi le televisioni di stato e quelle Mediaset ci parlano invece di “menù da cucina”, “turismo e crociere per chi ha soldi”,“come curare gli animali domestici”, e di mille banalità, tranne della disoccupazione dilagante e senza prospettiva dei giovani.
Sappiamo che Sarkozy e Merkel ridono di B., che i leader dell’opposizione si indignano, che i giornali del pianeta si stupiscono del perché gli italiani non si accorgono di essere “una nave senza nocchiero in gran tempesta …”.
Vero è che le opposizioni hanno chiesto -opportunamente- le dimissioni di B., però il loro primario obbligo, dovere, è quello di dirci oggi quale sia il “programma” alternativo ai sogni impotenti e sterili del premier.
La domanda che ha scatenato le risa di Merkel e Sarkozy è stata: “Ma voi vi fidate di Berlusconi?”.Di Berlusconi, non dell’Italia. E le risa, ovviamente, sono state scatenate dal grottesco permanere alla guida del nostro paese di un individuo manifestamente incongruo con il ruolo e le connesse responsabilità; le risa non derivavano certo dalla sfiducia nei confronti delle capacità e potenzialità dell’Italia.
La lettera di intenti che B. ha presentato all’Europa è ridicola. Prima di tutto è una lettera di intenti; cioè una promessa proveniente da uno da cui all’estero, nel mondo, nessuno comprerebbe un’automobile usata.
Contiene inoltre poco di concreto di pronta esecuzione. Ed è qui che Bersani, Casini, Fini e Di Pietro, l’Opposizione, dovrebbero intervenire presentando una “lettera di intenti” alternativa, una promessa affidabile, credibile.
Scrivere infatti pensioni a 67 anni per tutti, uomini e donne, è ridicolo, soprattutto se ci si arriverà nel 2026;
Contributo all’apprendistato, liberalizzazione dei servizi pubblici locali, incentivi per l’assunzione delle lavoratrici, revisione delle norme sui licenziamenti rilanceranno l’economia, se la rilanceranno, solamente fra cinque/sei anni.
Le privatizzazioni e le dismissioni delle aziende pubbliche (oggi ricoveri di parassiti e privilegiati del regime a €. 30.000,oo mensili) e degli immobili, se effettivamente fatte, sono iniziative buone e da portare sicuramente avanti.
Ma nell’immediato serve ben altro:
-recupero dell’evasione fiscale dilagante in ogni piega della società civile e dunque servono rapporti bancari da allegare alla dichiarazione dei redditi, pubblicizzazione dei redditi di ciascuno con nome e cognome e situazione patrimoniale familiare in prima pagina, da offrire alla lettura di chi lo desideri, e repressione efficace, vera, contro chi evade. Chi evade è infatti un ladro, non è un “soggetto” da ammirare perché ci sa fare, come purtroppo avviene dalle nostre parti.
-Introduzione dell'imposta patrimoniale su un ampio ventaglio di beni con mezzi di accertamento celeri. In tutte le società occidentali l’imposta sul patrimonio esiste e nessuno ritiene che si tratti di ingiustizia.
-vendita dei gioielli di famiglia, compresi i patrimoni artistici e naturali abbandonati per incapacità gestionale o carenza di risorse.(ovviamente disponendo le modalità per la fruizione pubblica). Diciamo ciò con consapevolezza: lo stato non sa infatti tutelare nè Pompei nè Santa Maria del Bosco, nè le Chiese nè i templi della Valle del Belice.
L’attuale Opposizione politica al ridicolo B. deve farci conoscere -oggi e non ad elezioni politiche avvenute-, cosa farebbe al posto dell’assente e distratto premier.
Opposizione non significa solamente dire No a B., significa dire in anticipo, adesso, cosa si farebbe al suo posto.

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