da la Repubblica
L'INTERVISTA
Mogavero: "Berlusconi deve dimettersi"
Il vescovo di Mazara chiede un passo indietro "Sarebbe la prima volta che fa qualcosa per il bene del Paese", dice in un'intervista a Famiglia cristiana. "Bagnasco non può dirlo, ma singoli vescovi come cittadini italiani sì". E sui laici cattolici: "Non brillano per audacia"
ROMA - Silvio Berlusconi "deve dimettersi punto e basta. Sarebbe la prima volta che fa qualcosa che giova al paese". Parole senza se e senza ma pronunciate da monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, intervistato dalla versione online di Famiglia Cristiana.
Per il presule - che già in passato aveva preso posiz ioni nette nei confronti del governo - il cardinal Angelo Bagnasco e la Cei "non hanno titolo per chiedere a un presidente del consiglio di fare un passo indietro. Ma i singoli vescovi come cittadini italiani lo possono fare e io sono un cittadino italiano".
Monsignor Mogavero ha scritto un libro-intervista, "La chiesa che non tace". E spiega: "Di fronte agli scandali in cui è coinvolto il premier, da parte della chiesa si avvertiva un disagio: troppo silenzio a livello ufficiale, quasi fosse approvazione di comportamenti che invece la nostra gente sente come assolutamente impropri".
Per il vescovo, da ora in poi "sarà difficile giustificare le coperture che qualche esponente ecclesiastico ha dato, per altro non richiesto, al presidente del consiglio, come se si dovesse custodire in qualche modo l'uomo della provvidenza del terzo millennio". "Ho espresso - continua - opinioni di cittadino e non amo nasconderle per convenienze ecclesiastiche, anzi mi dispiace, per essere ancora più chiaro, che tanti italiani si riconoscano politicamente in Silvio Berlusconi".
Mogavero parla anche della crisi. Delle inchieste, aggiunge, "ho perso il conto, come tutti, ma ciò che avverto è l'assoluta mancanza di strategia per occupazione e famiglie. Pagano sempre i poveri, mentre chi evade il fisco, chi porta capitali all'estero è premiato". Il vescovo bacchetta anche il "timore di non uscire allo scoperto" dei laici cattolici che in questa stagione "non brillano certo per franchezza e audacia". Né basterà, per correggere, il richiamo di Bagnasco al "nuovo soggetto" dei cattolici, interlocutore della politica: "Ho l'impressione che si cerchi di ricondurli dentro lo steccato, organizzando una nuova falange offensiva. La tentazione della scorciatoia del partito unico dei cattolici è dietro l'angolo, resistere non è semplice".
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