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domenica 25 giugno 2023

Politica e demografia. Fare politica significa -anche- saper leggere i fenomeni socio-demografici

Tra il 1951 e il 2019 la popolazione
dei Centri abitati è cresciuta in media
 annua del 5,1‰ in Italia e
del 4,8‰ nel Mezzogiorno. 

Le Aree Interne del Mezzogiorno,
 invece, hanno perso 1,2 milioni
di residenti (- 2,5‰ in media
annua; Italia -1,6‰) ed un comune
su tre perde sistematicamente
popolazione dal 1951
.




Politica non è saper costruire una rete di amicizie.

Politica è saper leggere i fenomeni sociali che avvengono e provare a guidarli.


 Che i politici del terzo millennio, da quelli del più piccolo comune di Sicilia a quelli che affollano Roma, in linea generale non sanno leggere nè un libro né immaginare le proiezioni che vengono fuori dalla scienza e dalla cultura in generale, è cosa ormai ben nota.

 Da tempo sul blog registriamo l'andamento demografico discendente  di un piccolo centro della Sicilia profonda, quella dove si vive ormai quasi solo di pensioni e di rimesse degli emigrati. Mai nessuno qui si scompone per il via via sempre più consolidarsi di questa realtà di vecchi e nel ritenere che sia fenomeno normale ed ovvio, per i giovani,  quello di dover emigrare. L'ovvietà è diffusissima. Mai un dibattito, mai una riflessione, mai una protesta, mai lo studio di un progetto di rinascita. Segno che la politica è scomparsa o viene assimilata all'ordinarietà della burocrazia.

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 Che la scienza demografica sia una fonte di conoscenza e di previsione del futuro lo sottolinea Alessandra Minello con un suo libro fresco di stampa "Non è un paese per Madri  (La Terza). Riportiamo di seguito un ragionamento che -riteniamo- i veri politici dovrebbero poter far proprio.

 All'inizio di gennaio 2023 le donne in età feconda (da 15 a 49 anni)  in Italia erano 607mila (corrispondenti al 38,6% delle 30milioni e 101mila donne. Il dato, di per sè, non dice nulla a chi -ai nostri giorni- si occupa di politica. I demografi, ossia uno spicchio del mondo della cultura, però ci fanno sapere che la potenzialità delle nascite in un paese, in una regione e in un territorio riposa su quello spicchio di popolazione. 

 Il dato nazionale dice che nel breve spazio di un ventennio le donne in età feconda sono passate dal 47% a meno del 39%.

 Questi pochi dati demografici, accompagnati dai dati sul numero delle bambine che oggi hanno dai 5 ai 14 anni, cosa ci dicono?  Che fra dieci anni le nascite nel nostro Paese non supereranno le 350mila ogni anno rispetto ad un numero di morti che, allora, sarà superiore al doppio. 

  Ci dicono (lo dicono ovviamente gli esperti: i demografi) che, se la politica non comincerà a saper leggere i fenomeni della vita, siamo avviati ad un avvitamento che nel lungo termine renderà deserti tutti centri dell'entroterra, quelli privi di strade, opportunità di lavoro, privi di motivi di esistere.

 L'indifferenza demografica in generale, significa, soprattutto nei piccoli comuni, mancanza di conoscenza degli elementi di base della politica. Anche perchè frequentemente l'indifferenza sulle tematiche demografiche si accompagna, in piu' realta', ad una illogica avversione verso l'immigrazione dai paesi africani o dal Medio Oriente.

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  Proposito del Blog è di insistere nel pubblicare tematiche socio-demografiche. Queste tematiche dovrebbero spingere coloro che politicamente si propongono all'attenzione delle comunità a sviluppare le problematiche socio-economico-culturali. 

 Senza l'attenzione a queste problematiche socio-economico-culturali si batte la strada che porta -nel breve e/o lungo termine- all'estinzione dei paesini dell'interno dell'Isola.

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