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mercoledì 14 giugno 2023

Hanno detto ...

Sulla difesa del territorio

Milena Gabanelli, giornalista, autrice televisiva e conduttrice televisiva italiana

In Romagna dal 1 al 17 maggio sono caduti 5 miliardi di metri cubi d’acqua, con 32 mila sfollati, 15 morti, 8 miliardi i danni quantificati finora. I modelli climatici stabiliscono che un evento di questa portata si verifica ogni 200 anni. Ce ne sono stati due nel giro di 15 giorni. Vuol dire che la difesa del territorio andrà interamente riprogettata perché non sappiamo cosa ci attende. Nel mentre i romagnoli spalano e cercano di tornare a una normalità, ma non sanno quando ripartirà la ricostruzione perché il Commissario, che la deve gestire, ancora non c’è. L’area colpita vale 10 miliardi di export, 130 mila imprese, 443 mila occupati e 38 miliardi di valore aggiunto. Ma il disastro è solo la conseguenza di un fenomeno estremo o ci sono altre responsabilità? Vediamole una per una.

Sulla Russia di Putin

Luciano Fontanagiornalista italiano, direttore dal 1º maggio 2015 del Corriere della Sera

I Paesi che nel dopoguerra hanno provato il pugno di ferro dell’Unione Sovietica sanno bene cosa voglia dire. Vale per i tre Stati baltici che hanno conquistato l’indipendenza dopo la disgregazione dell’Urss, vale per la Polonia che, nel mondo diviso in blocchi, ha subito il dominio politico e militare di Mosca. Con tutto quello che ha comportato in termini di indipendenza, diritti, libertà individuali e collettive, crescita economica. Ogni cittadino di questi Paesi non può dimenticare, sa quanto valgono la libertà e l’indipendenza e l’integrazione con l’Unione europea. Guardano all’Ucraina e temono per se stessi. Permettere alla Russia di violare i confini, di riportare la guerra nel cuore dell’Europa per riaffermare la sua potenza è per loro inimmaginabile.

La professione del traduttore

Paolo Di Stefanoscrittore e giornalista  e curatore di pagine culturali sul Corriere della Sera

... uno di quei mestieri che non sembrano sostituibili neanche da Chat-GPT. O meglio: è sostituibile quanto sono sostituibili artificialmente le opere degli stessi Hemingway, Bellow, Capote, Roth, Vonnegut... Perché chi traduce richiede, come i migliori scrittori, un insieme di sensibilità, di stile, di cultura, di empatia e anche di immaginazione, di arte e di artigianato. Con in più un dovere di massima aderenza all’originale. Improbabile, salvo sorprese, che un algoritmo disponga di tanti talenti tutti insieme.

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