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venerdì 9 giugno 2023

Brevi riflessioni sulla Storia Siciliana (3)

 I tempi duri della Storia Siciliana

I casali nella Sicilia normanna erano migliaia (alcuni studi storici li danno in circa 4000) ed erano sparsi ovunque, segno della pace sociale che regnava in tutta l'isola in quel periodo e che favorì l’uso agricolo del territorio.  Molti erano contestualmente gli insediamenti abitativi in grotta.

Il Villaggio archeologico di Calascibetta
è un insediamento in grotta.

 Richiama il periodo
della dominazione bizantina della
 Sicilia, durata dal sesto al nono secolo.
Se fino a quel momento le grotte erano
 state scavate per farne tombe e deporvi
i defunti, esse cambiano radicalmente
 destinazione e diventano funzionali alla
vita quotidiana della comunità, all’uso
liturgico e alle attività produttive.

Gli invasori berberi, di fede islamica,
 protagonisti di questa riconversione
ai danni dei cristiani, passeranno
pure loro alla vita trogloditica
dopo il nuovo cambiamento che
 avviene dopo il Mille,
in seguito alla sconfitta degli arabi e
all’arrivo in Sicilia dei Normanni.

Questa volta toccò agli islamici 
rifuggiarsi nelle grotte.







Si consideri che oggi la Sicilia ha 377 comuni, quasi 9 volte di meno dei 4000 casali, che comunque non possedevano alcuna identità giuridica che veniva attribuita invece ai nobili feudatari normanni, signori del territorio.

 Per l’inconsistenza e la qualità costruttiva delle costruzioni popolari dell’epoca, il casale veniva comunque ad esistenza con materiali facilmente deperibili come pietra legata da terra argillosa con o senza calce, legno o anche legno e paglia, (cfr Henri Bresc).

Aldo Messina, trattando sugli insediamenti rupestri in Sicilia, riporta: “L’indagine archeologica non offre alcun ausilio per la datazione degli abitati rupestri ... Non si può tuttavia dubitare che il trogloditismo (=abitare in caverne naturali) abbia rappresentato la tipologia d’insediamento più comune nella Sicilia araba.”. E prosegue: “L’opinione di Paolo Orsi di una Sicilia bizantina disseminata di abitati rupestri e di chiese scavate nella roccia appare oggi anacronostica. La mappa dell’insediamento bizantino è costituita da villaggi e chiese costruiti in muratura. La fisionomia rupestre dell’abitato rurale dotato della chiesa scavata nella roccia, si addice meglio alla Sicilia normanna.”. 

 Di tutt’altro parere Salvatore Giglio in La cultura rupestre di età storica in Sicilia e a Malta, p 5-6.: “ La sua origine [l’ingrottamento] è da mettere in relazione con lo spostamento verso monte delle popolazioni nel corso del VII secolo in dipendenza della insicurezza dei siti di costa, nel momento particolarmente esposti agli Arabi. ... L’indagine archeologica ha dimostrato che dopo il VII secolo tutti gli abitati sprovvisti di opere difensive posti in vicinanza del mare furono effettivamente abbandonati ... Nei documenti di età anteriore inoltre non si ha mai menzione di ambienti ingrottati all’opposto in quelli successivi il riferimento è pressochè costante.”. 

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