Antropogenesi:(=processo di discendenza dell'uomo da presunti antenati animali).
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GLI OMINIDI:
Fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento geologi, palenteoligi altri specialisti iniziano a rinvenire fossili che sempre più attirano i loro interessi.
Nelle colline Siwalik (versante sud dell'Himalaya) viene rinvenuto un fossile (1931) , a cui ne seguirano altri, che il paleontologo Lewis pensò che potesse trattarsi di mascella umana e la denominò Ramapithecus, tuttavia le sue conclusioni non suscitarono interesse che molto dopo, quando, nel 1960, i coniugi Louis e Mary Leakey in Kenya rinvennero nei giacimenti di Fort Ternan, risalenti a 14 milioni di anni fa, alcuni frammenti mascellari chiamati Kenyapithecus. Sono stati questi ultimi rinvenimenti che la comunità scientifica subito classificò come appartenenti a un antenato dell'"uomo" e attribuì loro persino la capacità di servirsi di ciottoli di basalto, affilati naturalmente, per rompere ossa.
mammiferi placentati i cui rappresentanti sono i tarsi, i lemuri, le scimmie, gli essere umani". Da quel primo rinvenimento è iniziato un crescendo interesse nei confronti di tutti i "primati" della fine del Miocene (ebbe inizio 23,03 milioni di anni fa -Ma- e terminò 5,332 Ma).
Da allora moltissime altre scoperte si sono avute, oltre che in Kenya, in India, Pakistan, Cina, Turchia, Grecia ed Europa centrale.
All'inizio i primati venivano distinti in Ramapitechi e in Sivapitechi, i primi più simili ai progenitori dell'uomo. La scoperta nel 1973 di un'altro membro Ramapiteco, in un giacimento greco risalente al Miocene superiore (circa 10milioni di anni fa) conferma che il Ramapiteco, in realtà non era altro che la femmina del Sivapiteco. Le successive scoperte biologiche hanno via via confermato che Ramapitechi-Sivapitechi si collocano nell'albero filogenetico degli ominoidi.
Negli ultimi decenni i biologi sono stati impegnati nel definire un albero filetico non più basato sull'anatomia ma sui cromosomi e sulle proteine nel modo di ricostruire la successione degli eventi che si sono manifestati nel cariotipo (= è un test in grado di valutare il numero e la struttura dei cromosomi di una persona al fine di ricercare eventuali anomalie). L'analisi immunologica delle proteine riescono a misurare la distanza fra specie, in determinate circostanze che esulano dalla nostra portata conoscitiva. Alla conclusione, comunque, si può stabilire, oltre alla somiglianza, anche la successione delle dicotomie (=la divisione di un'entità in due parti che non necessariamente si escludano dualisticamente a vicenda ma che possono essere complementari).
Pare che il primo a differenziarsi dal gruppo comprendenti le "grandi scimie" fu l'orangotango. Le "grandi scimie" avrebberro quindi una sorta di rapporto di parentela con l'uomo più che con l'orangotango, e sembrebbe che fino ad un periodo relativamente breve (5milioni di anni fa) la storia dell'uomo abbia coinciso con quella dello scimpanzé e del gorilla, che -secondo taluni studi- verrebbero entrambi compresi come sottofamiglia degli ominidi.
La separazione dell'uomo dalle grandi scimie africane (australopitheco e homo) sarebbe avvevuta circa cinque milioni di anni fa e sarebbe avvenuta lungo la grande fossa tettonica della Rift V alley, partendo dal Mar Rosso fino alla Tanzania.
Quanto abbiamo, a grandi linee tratteggiato, ovviamente non può essere considerato alla lettera, bensì a grandissime linee. I problemi irrisolti della storia remota e remotissima dell'umanità sono molteplici. Una ricostruzione più attendibile esige il rinvenimento di "fossili" che non sempre è facile trovare.
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