Ubi feuda ibi demania
Procedendo nell'esplorazione della vicenda storica siciliana, non potevamo evitare di porci molti "perchè?" sul sorgere, proprio all'alba della prima modernità, di tanti nuovi centri abitati contadini all'interno della Sicilia. Fra questi anche Contessa.
I baroni necessitavano quindi di manodopera per mettere a coltura le aree interne dell'Isola e del meridione della penisola; per loro l'avere intercettato il flusso migratorio dai Balcani, passati ormai in mani turco-islamiche, è stato -come dire- un affare. Da qui la grande loro disponibilità di concedere diritti e concessioni a tutti i "vassalli" (appartenessero o no alle categorie direttamente impegnate nell'agricoltura) di poter godere di alcune libertà e -magari- di qualche privilegio, come quello di far legna, di far pascolo di animali, utilizzare acque ed altri ancora di minore rilevanza. Sin dall'epoca normanna (dopo il 1000-1100) l'usus in lignis, pascuis, acquis et cunctis aliis erano infatti ritenuti privilegi.
All'inizio del rapporto feudale, era quasi una prassi: tutti i baroni, i Peralta-Cardona compresi, facevano concessioni per attrarre comunità e gente da asservire (ubi feuda ibi demania); trascorso qualche tempo per consentire l'assuefazione comunitaria, i baroni, nella realtà’ di Contessa i Peralta-Cardona, si accorgevano -o comunque già sapevano- dei molti inconvenienti ai loro danni nell'uso delle "concessioni eccessivamente privilegiate".
Da quell'inizio di maggiori libertà, arrivavano, a distanza anche di qualche decennio, le transazioni ufficiali attraverso le quali i baroni concentravano solamente su alcune porzioni di terre della baronia l'esercizio di quegli l'usus in lignis, pascuis, acquis et cunctis aliis, che diventeranno giuridicamente gli usi civici. Concedendo gli usi civici per il libero pascolo, nel caso di Contessa a Brjgnet, in prossimità dell'erigendo centro abitato, i Cardona di allora resero libero, a propria completa disponibilità e fruizione, il resto dell'immensa baronia.
La Baronia di Kuntisa si estendeva -allora- ben oltre i 136,4 km², dell'attuale territorio comunale. Superava infatti più del doppio la superfice ufficializzata ai nostri giorni dall'Istat.
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