Palermo, il primo Novecento ed il giornale
L'Ora
...sicuro appariva il progresso,
di sicuro avvento il socialismo.
La grande via che s'intitolava alla
liberta', si apriva a Palermo nel
vagheggiamento dei grandi boulevards. C'erano i Florio tra Palermo e Parigi, c'era l'architetto Basile; c'era il pittore Aleardo Terzi'. Le linee sinuose dell'art nouveau salivano musicalmente, follemente, a modellate i corpi femminili; a pubblicizzare i prodotti del mobiliere Ducrot, dei pasticceri Caflish e Guli'; a coprire come edera i palazzi, a pubblicizzare "L'Ora" veniva chiamato il Mataloni: una donna nuda che dava di tocco a campana. Quella campana aveva la voce di Napoleone Colajanni, di Luigi Capuana, di D'Annunzio.
Ai miei anni d'infanzia, era soltanto una voce nel coro dell'involontaria servitu'. Poi, nel dopoguerra, negli anni Cinquanta, divenne voce di battaglia.
Ma la storia recente credo non ci sia chi la ignori.
maggio 1980
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