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martedì 13 giugno 2023

Brevi riflessioni sulla Storia Siciliana (6)

Bajoli, Pretori, Podestà e Sindaci (  2  )

  A cominciare dal dopo Vespro siciliano (1282) e con l'avvio della monarchia aragonese (Federico III -1296) si affermano nell'Isola nuovi equilibri sociali e politici e conseguentemente  ne risente l'assetto istituzionale con la monarchia che deve -diremmo ai nostri giorni- accettare un assetto tendenzialmente policentrico nella gestione del potere statuale, azitutto riconoscendo le nuove  componenti istituzionali strutturate nel territorio, a cominciare dalle città demaniali col peso delle loro aristocrazie.

La piazza Pretoria
a Palermo

 Il nuovo sistema delle città demaniali e quello dell'ampio potere attribuito ai Baroni nel governo delle comunità che ricadevano all'interno dei loro vasti feudi erano frutto del lungo regno di Federico III (1296-1337) e di Martino I (1392-1406).  Nella pratica lungo l'intero XIV secolo era avvenuta una relativamente ampia redistribuzione di poteri che in precedenza facevano capo alla monarchia. In questo nuovo quadro la competenza sulla giustizia che prima era di stretta spettanza regia, mediante la figura del "bajolo", figura di nomina regia, comincia ad avere un assetto policentrico (=con più centri di potere). 

 Le città demaniali, quale allora era Corleone, Palermo etc.  diventano sedi della magistratura locale (a Palermo: la Corte Pretoriana), con magistrati interamente elettivi (fermo restando che elettori erano solamente gli aristocratici) con giurisdizione su finanze, fisco, giustizia. Le realtà feudali, quale dal XVI secolo sarà la Contessa degli arbëreshe, resteranno sotto il governo complessivo (amministrativo, giudiziario e patrimoniale) dei baroni, che articoleranno un loro specifico assetto territoriale.

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