Occasionalmente si è appreso che è pervenuto un lascito da parte di persona credente finalizzato al restauro della statua della Madonna della Favara e della relativa "vara". Come è noto non si tratta nella fattispecie solamente di beni di interesse religioso ma anche di beni "culturali" sottoposti a precise regole di conservazione e di fruizione.
Chi conosce anche in superficie la vicenda storica di Contessa Entellina non può che riconoscere che una fetta di storia locale ruota attorno alla statua e alla vara della Madonna della Favara. E' lodevole pertanto che privati sentano sentimenti che dovrebbero essere un poco diffusamente di tutti.
Volendo trattare sul blog i "beni culturali di una comunità" con ottica politica, come peraltro meritano, ci piacerà fare frequenti collegamenti alla valorizzazione del nostro territorio. A motivarci in particolare è il sapere che di archivi pubblici da noi ne esistono pochini e non sempre valorizzati.
Buona parte dei finanziamenti Recovery Plan sono finalizzati, attraverso più canali, alla "Cultura", quella grande e quella meno conosciuta delle piccole comunità locali. Ci chiederemo nelle prossime pagine quale sia ai nostri giorni l'impegno per far conoscere e valorizzare la "cultura" locale. A questo proposito ricordo una interrogazione consiliare di decenni fa con cui un componente l'organo assembleare chiedeva al sindaco di attivarsi perchè documenti storici rilevanti ai fini della vicenda locale, pertinenti quindi al territorio contessioto, venissero acquisiti stante che giacevano ammassati in sacchi in luoghi non proprio idonei. Si trattava di documenti della storia feudale locale. La risposta fu: non ho tempo per dedicarmi a queste problematiche.
Cosa è cultura? patrimonio culturale?
Condividiamo in pieno la seguente espressione "il patrimonio culturale è l’eredità di un popolo, è la memoria tangibile e intangibile di ciò che l’uomo ha creato e trasmesso (e continua a creare e trasmettere) ai posteri. Solo ciò che viene dal passato diventa patrimonio culturale di una civiltà, perché è ciò che gli uomini hanno, pezzo dopo pezzo, costruito, elaborato, scoperto, teorizzato, per poi passare il testimone alle generazioni successive, creando una ramificazione di contributi, che trovano nella continuità e nei loro intrinseci e imprescindibili legami il loro più profondo significato e la loro ragion d’essere" (Giuseppe Laterza e figli).
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Abbiamo iniziato la pagina da una informazione su dei restauri che avverranno a Contessa Entellina su volontà di privati cittadini. Ma noi contessioti abbiamo tutti piena consapevolezza di quanto è ricco o meno il nostro "Patrimonio culturale"?. Abbiamo consapevolezza se esso è custodito come le regole istituzionali stabiliscono ?
Per intanto -su questa pagina- iniziamo con un asciutto elenco di cose a cui come comunità saremmo obbligati e che in prosieguo avremo modo di commentare. Nostro intento è di evitare che beni "classificati storici o culturali" non finiscano magari ... lungo lo stradale.
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La Commissione Franceschini individuò qualche annetto fa ben nove categorie di beni culturali, distinguendo tra beni mobili, cioè beni trasportabili (come quadri, sculture, oggetti, di arredo, beni di archivio degli enti pubblici), e beni immobili, ossia non trasportabili (come edifici, monumenti, archivi, biblioteche), ed elaborò le seguenti definizioni:
I beni artistici e storici
«Sono beni culturali d’interesse artistico o storico le cose mobili o immobili di singolare pregio, rarità o rappresentatività, aventi relazione con la storia culturale dell’umanità». Quella dei beni artistici e storici costituisce la categoria più rilevante dell’intero patrimonio culturale. Essa comprende dipinti, affreschi, sculture, statue, disegni, incisioni, gioielli, argenti, vetri, vasi, porcellane, arredi e arazzi la cui esecuzione risalga ad almeno cinquant’anni fa. Si tratta di opere rilevanti per la loro importanza artistica oppure che si propongono come preziose testimonianze documentarie di usi, costumi e tradizioni.
I beni architettonici
Appartengono invece alla categoria dei beni architettonici quegli edifici monumentali, come chiese, palazzi, ville, regge, che si distinguono o per la loro qualità artistica, o per le particolari tecniche costruttive adottate, o per la loro funzione o anche per le loro decorazioni. Fanno parte di tale categoria anche insiemi di edifici, e dunque i centri storici o intere città antiche. I beni architettonici richiedono una particolare tutela: infatti, a differenza dei beni artistici e storici, sono più facilmente soggetti a interventi di ristrutturazione che ne possono modificare l’aspetto e la natura per adeguarli a mutate esigenze abitative, sociali, funzionali, istituzionali, ecc.
I beni archeologici
Appartengono alla categoria dei beni archeologici «le cose immobili e mobili costituenti testimonianza storica di epoche, di civiltà, di centri od insediamenti la cui conoscenza si attua preminentemente attraverso scavi e rinvenimenti». In altre parole, sono beni archeologici tutti gli edifici, i ruderi, le opere d’arte (statue, sarcofagi) e gli oggetti, preziosi o d’uso, provenienti da un passato molto remoto e che sono stati ritrovati grazie a scavi, sia sul territorio sia sotto la superficie del mare. Sono beni archeologici anche le cosiddette “aree archeologiche” [u 5.4] ossia quei siti che presentano tracce di insediamenti umani, più o meno estese, e che risalgono alla preistoria o al mondo antico: per esempio, resti di una città o di un santuario o di un grande palazzo o di una reggia. Non sempre tali siti rivestono un interesse di tipo artistico, soprattutto se i ruderi consentono appena di riconoscere l’edificio o gli edifici originari; tuttavia, essi mantengono una grandissima importanza di tipo documentario e consentono agli studiosi di ricavarne importantissime informazioni di carattere storico.
I beni ambientali e paesaggistici
Appartengono alla categoria dei beni ambientali e paesaggistici aree naturali o trasformate dall’uomo considerate di particolare bellezza oppure zone di territorio molto interessanti dal punto di vista geologico, che per tali motivi sono parte integrante del patrimonio naturale di un paese e, secondo la Commissione Franceschini, «devono essere conservate al godimento della collettività». Sono dunque beni ambientali e paesaggistici coste, baie, grotte, foreste, gole ma anche parchi, ville, giardini e persino strutture insediative, sia pure piccole o isolate, purché suggestivamente integrate con l’ambiente naturale.
I beni librari e le biblioteche
I beni librari sono identificabili perlopiù nei libri, ovviamente rari e di pregio o rilegati con particolare maestria, ma soprattutto nei volumi manoscritti importanti per la loro antichità o il valore storico, letterario, scientifico, artistico. Sono tuttavia considerati beni librari anche i documenti relativi alla produzione letteraria dei grandi autori (autografi, carteggi, inediti, lavori preparatori), le incisioni, le carte geografiche, i manifesti, il materiale filatelico, persino le fotografie. Sono considerati a tutti gli effetti beni culturali anche le biblioteche (sia pubbliche che private), giacché si tratta di istituzioni culturali permanenti che raccolgono e conservano i beni librari e li mettono a disposizione del pubblico, promuovendo in tal modo la lettura e lo studio.
I beni archivistici
La categoria dei beni archivistici comprende sia gli atti e i documenti cartacei originali sia gli edifici che li conservano, ossia gli archivi, dove tali documenti sono raccolti e inventariati, in modo tale da consentire al pubblico, e agli studiosi in particolare, di consultarli.
I musei
I musei sono quelle strutture permanenti destinate a ospitare, catalogare ed esporre al pubblico una serie di beni mobili. La loro importanza è fondamentale, giacché garantiscono la conservazione della memoria storica di un paese o di un’intera civiltà consentendo ai cittadini di accostarsi a tale memoria e di arricchirsi culturalmente.
I beni etnoantropologici, materiali e immateriali
I cosiddetti beni etnoantropologici non hanno particolare rilievo artistico ma sono di grande importanza per comprendere le tradizioni culturali di un popolo, di cui costituiscono una preziosa testimonianza. Fanno dunque parte di questa categoria oggetti legati alla vita quotidiana o ai mestieri o a particolari attività, per esempio arnesi, attrezzi, stoviglie, suppellettili, vestiti, giocatto li, prodotti di artigianato. Tali beni sono materiali, giacché si tratta di oggetti concreti. Esistono però anche beni immateriali, ugualmente esplicativi della cultura di un popolo, come per esempio canzoni, fiabe, proverbi, filastrocche, spesso trasmessi soltanto da fonti orali.
Le categorie speciali
Vi sono infine beni che non appartengono ad alcuna di queste precedenti categorie e che genericamente sono ricondotti alla nozione di “categorie speciali”. L’elenco di tali categorie non è definitivo e anzi va ampliandosi con il tempo. Si possono citare come esempi le navi, le auto d’epoca e i mezzi di trasporto che abbiano più di settantacinque anni; strumenti scientifici che abbiano più di cinquant’anni; lapidi, iscrizioni, tabernacoli, anche non esposti alla pubblica vista; persino opere di architettura contemporanea ma di particolare valore artistico.
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