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mercoledì 2 giugno 2021

Repubblica Italiana. Il voto del 2 giugno 1946 ed i lavori dell'Assemblea Costituente condussero all'istituzione repubblicana (1)

 Cessata l'avventura fascista che aveva condotto l'Italia al disastro -oltre che militare- sociale ed economico il Paese iniziò il ritorno alla normalità civile: si ebbe crescente partecipazione ai comizi, diffusione della stampa libera, vivacità dei media (radio, stampa e cinema).  Permarrà per più anni però la crisi sociale ed economica: la produzione industriale si ridusse di gran lunga rispetto all'ante guerra e la produzione del grano fu sottoposta ad imposizioni di "ammasso obbligatorio". Solamente negli anni cinquanta del Novecento l'obbligo di cedere il grano prodotto nei campi agli "ammassi pubblici" verrà infatti gradualmente eliminato. 

Volendo nell'odierna ricorrenza della nascita della Repubblica sottolinearne la rilevanza, ricordiamo che solamente nel 1946 le donne vengono ammesse al voto. Il Fascismo aveva eliminato l'esercizio democratico del voto e -ricordiamolo- nell'ante-fascismo nell'Italia liberale votavano solamente gli uomini, e non tutti.

La Democrazia Cristiana in quell'alba del secondo dopo-guerra si propose come partito interclassista e si attrezzò di due organizzazioni collatterali (fiancheggiatrici): le Acli e la Coldiretti. Fu però, soprattutto, la Chiesa di papa Pacelli -in modo diretto con la mobilitazione dello stesso clero- che consentì a questo partito un buon radicamento sociale e conseguentemente elettorale-.

La Sinistra andò alle elezioni formalmente unita negli intenti ma di fatto già distinta fra la tradizione socialista che era radicata nei principi democratici ed i comunisti che furono fortemente foraggiati finanziariamente dall'Unione Sovietica e quindi non apparverò accreditabili per il modello di democrazia occidentale. Il Pci comunque riuscì a trasmettere la forza del partito di massa, organizzato con Case del Popolo e significativa presenza nel Sindacato. I socialisti nel dopoguerra ebbero comunque una forza parlamentare superiore a quella del Pci pur non godendo nè dei sostegni finanziari che gli Usa consentirono, attraverso più percorsi, alla Dc e l'Urss al Pci. L'unità dei socialisti tuttavia non resse a lungo in un mondo diviso. Nel 1948 nonostante le mille mediazioni dell'allora giovane Pertini il partito si divise fra l'ala guidata da Pietro Nenni e Lelio Basso (psi) e quella guidata da Giuseppe Saragat (psdi).

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Nel 1946 nasce il governo De Gasperi composto da democristiani, socialisti e comunisti. Il 2 giugno di quell'anno l'elettorato italiano (entro cui come ricordato partecipavano le donne) fu chiamato a scegliere fra monarchia e repubblica e nel contempo ad eleggere l'Assemblea Costituente che avrebbe dovuto scrivere la nuova carta costituzionale. Col 54,2% (12milioni e 717.000 voti) gli italiani scelsero la Repubblica. 

Alla prima Assemblea parlamentare democratica post-fascismo la Dc si affermò col 35,2% dei voti, i socialisti ebbero il 20,7% ed i comunisti il 19,oo%.

I lavori della Costituente si conclusero a fine dicembre 1947 e la nuova Costituzione democratica entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

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