Siamo ormai dalle Alpi a Pantelleria in zona bianca, senza coprifuoco. I centri storici delle città quasi ovunque sono stati presi d’assalto fino a notte fonda. Adesso questo tipo di flusso di massa viene chiamato "Movida". Spetterebbe ai Comuni vigilare perchè la gestione della movida non si trasformi in problema.
Un poco ovunque nel Paese stanno per predisporsi regolamentazioni, con apposite ordinanze sindacali, della cosiddetta “movida”, la cui ripresa impone servizi di controllo finalizzati a verificare la puntuale osservanza delle ordinanza stesse, nonché l’attivazione delle necessarie misure anti-covid.
Generalmente le ordinanze che vanno venendo fuori da parte dei Comuni prevedono il divieto di stazionamento nei luoghi di ritrovo. A Catania e Palermo i sindaci hanno istituito delle “zone rosse”, in cui non sarà possibile stazionare ma solo transitare. Vanno anche in zona bianca vietati gli eventuali assembramenti.
Alcuni sindaci hanno disposto una sorta di “numero chiuso” per alcune zone: e sono i vigili urbani a sbarrare gli accessi quando noteranno che ci sono troppe persone.
Sono ovviamente misure tipiche dei grossi centri abitati. Ma in area semideserta come è Contessa Entellina è il caso di usare fiscalità? Qui da decenni esiste senza imposizione giuridica il "distanziamento" che coincide con "desertificazione". Da decenni mancano i giovani ultra ventenni, tutti (o quasi) emigrati perchè qui non c'è futuro per loro.
Qui, in verità, non servono iniziative particolari. E' lo stato di fatto socio-economico che si definisce "desertificazione" di un centro abitato che possiede capacità abitativa per ottomila persone e ne ospita, di fatto, mille, pochi di più o pochi di meno.
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