StatCounter

domenica 13 giugno 2021

Alle radici del Cristianesimo

  Nelle chiese di tradizione cattolico-bizantina in questa II° domenica di giugno si legge (si proclama) ancora il Vangelo di Matteo (6, 22-34).

 "Non preoccupatevi" è ripetuto più volte nel brano. Si vorrebbe che l'uomo non sia mai ansioso nel corso della vita perché tutto dipende dall'Alto e, nello stesso tempo, si vorrebbe che l'uomo venga chiamato a mettere in gioco, nella comunità, le "capacità" di cui dispone.   
 Se tutto è dono non significa che dobbiamo in quanto uomini  disimpegnarci dal procedere della vicenda umana, tutt'altro; solamente impegnandoci all'interno del tessuto socio-economico della comunità in cui viviamo e perseguendo l'intenzione di un mondo sempre migliore -entro cui diventiamo promotori- verranno infatti meno le "pre-occupazioni".   Nessuno spazio quindi -secondo l'evangelista Matteo- deve essere lasciato alle preoccupazioni, ma ovunque e sempre deve fiorire entusiasmo ed impegno! Oltre che fiducia nella Provvidenza.

Il senso
  Gli animali nascono vestiti e trovano in natura il cibo. L'uomo deve invece lavorare e deve impegnarsi. Il lavoro e l'impegno nella società lo mettono in relazione con gli altri uomini (e con Dio). Questa visione, questo aproccio e stile di vita non implicano infatti né ansia né preoccupazioni. 
 L'ansia e le preoccupazioni derivano invece dagli approcci diversi dal  vivere nell'impegno e nei limiti comunitari; loro origine (e loro fine) è quello di togliere spazio e vitalità agli altri, visti come impaccio, come ostacolo rispetto ai fini personali.
 Le pre-occupazioni in buona sostanza tolgono vita invece di dare vita, e per questa via allontanano dal Dio cristiano. Esse prevalgono, sopratutto nell'odierna società occidentale quando le "cose" invece che mezzo diventano "fine" della vita e da quel punto invece di servirci ci asservono.

Nessun commento:

Posta un commento