La Sicilia e Kuntissa di ieri
In questi giorni ho consigliato ad alcuni amici di munirsi dello "Spid" per autogestirsi l'adempimento annuale della dichiarazione dei redditi. Il suggerimento è stato di recarsi all'Ufficio Postale e farne richiesta. Pochi istanti dopo uno di questi suggerimenti è arrivato il postino, su una auto della sua Amministrazione con cui giornalmente smista la posta nel nostro disabitato paesino. Arrivava da Bisacquino (centro di smistamento di zona, da quanto ho potuto capire) e aveva quindi da distribuire la posta ai pochi residenti a Contessa.
Il richiamo all'odierno servizio postale, che ha a che fare con Spid e lettere postali, è stato, per me che curo il blog interessante motivo per riflettere su quanto lunga è stata la vicenda del servizio postale locale, di Contessa Entellina, dal Seicento (su cui diremo qualcosa) alla metà del Novecento, quando il postino era don Ciccio Briguglio e la sede dell'Ufficio stava di fronte all'attuale Farmacia (Via Morea), con don Nenè Schirò e due sue sorelle che stavano dietro il bancone.
Mi piace riportare frammenti del servizio postale locale narratomi decenni fa dal mio nonno e in parte ricostruito, sempre sulle imprecisate indicazioni del nonno, trascorrendo giornate presso istituzioni culturali di Palermo e soprattutto biblioteche pubbliche.
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Nella metà del Seicento il servizio postale non era in Sicilia un servizio pubblico, nè possedeva continuità giornaliera. La partenze dei corrieri era fissata in giorni stabiliti e con itinerari rigidamente prefissati.
I tre Valli
1) Il Val di Mazara veniva percorso in 18 giorni in aprile-settembre e in 24 in ottobre-marzo,
2) il Valdemone in 24 e 30 giorni,
3) Il Val di Noto in 20 e 26 giorni.
Era previsto inoltre che altri corrieri iniziassero da Palermo il loro viaggio per i seguenti itinerari:
1) Palermo-Messina «via marine» (durata 4-5 giorni), attraverso Termini, Cefalù, Tusa, Caronia, Acquedolci, Brolo, Patti, Oliveri, Milazzo;
2) Palermo-Messina «via montagne» (durata 4-5 giorni), attraverso Termini, Polizzi, Nicosia, Troina, Randazzo, Francavilla, Taormina;
3) Palermo-Siracusa (durata 4-5 giorni), attraverso Termini, Polizzi, Calascibetta, Piazza, Caltagirone, Lentini;
4) Palermo-Marsala (durata 2-3 giorni), attraverso Partinico, Alcamo, Trapani;
5) Palermo-Licata (durata 4 giorni), attraverso Corleone, Contessa, Sambuca, Sciacca, Girgenti, Naro
Fondaci e Mulini
I corrieri postali, che allora non erano pubblici dipendenti, viaggiavano a dorso di mulo seguendo una rete (le trazzere regie) lungo le quali sorgevano gli uno prossimi agli altri “fondaci” (= gli alberghi di allora) dove sia i corrieri postali che i mercanti, i pellegrini che periodicamente si recavano presso i monasteri (Santa Maria del Bosco) o i bordonari sostavano, dormivano e mangiavano. La sosta ed il riposo era d'obbligo sia per i viandanti che per i propri muli.
I fondaci del Seicento siciliano non erano forniti di stanze arredate con letti e/o cassapanche. I viaggiatori di un certo rango che non intendevano dormire al capezzale dei propri muli cumulativasmente potevano dormire in una unica stanza, prossima comunque alla stalla.
Presso ogni centro abitato che si trovava lungo gli itinerari che attraversavano l’isola, quelli qui sopra ricordati, esisteva uno o più fondaci. La maggior parte dei fondaci sorgeva comunque in mezzo alla campagna. Così accadeva nella Kuntissa del Seicento dove esisteva lungo l'attuale Via Morea un "fondaco" ed un'altro lungo la trazzera regia fra Kuntissa e Sambuca. I fondaci delle campagne, nell'isola, generalmente sorgevano in prossimità dei mulini ad acqua e puntavano all’esigenza di fornire un’infrastruttura per quei secoli essenziale per rendere possibili i collegamenti fra i vari centri abitati nell’interno dell’isola. Numerosa è la bibliografia su mulini e fondaci in Sicilia e l'ambito contessioto.
(Questo testo è stato ispirato a partire dallo SPID del XXI secolo, dai mulini e fondaci del XVII secolo, ma anche dalla consultazione di più testi storici, oltre che dai racconti e dai ricordi del nonno paterno).
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Riflessione
Come il lettore ha potuto cogliere in quel "Seicento" in prossimità di Kuntissa passava la Trazzera Regia che da Corleone puntava a Sambuca e quindi a Sciacca. Le trazzere regie corrispondevano alle attuali "strade veloci". Oggi il nostro disabitato paesino è attraversato da strade provinciali "disastrate", e -forse- ingiustamente le paragoniamo all'antica Trazzera Regia che attraversava la periferia del nostro centro. Sulle trazzere nel Seicento vigevano rigide disposizioni di manutenzione. Ecco perchè è ingiusto paragonare le strade provinciali dei nostri giorni ad esse.
Quando una comunità è in declino esisteranno delle ragioni. Col tempo ci proponiamo di riflettere proprio sul declino del nostro paese, Contessa Entellina.
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