In vista delle risorse del Piano di Rilancio europeo i Comuni stanno provando ad organizzarsi al meglio; soprattutto quelli piccoli che non dispongono di apparati amministrativi sempre all'altezza del nuovo ed esigente nuovo compito. Nel Corleonese si è provato ad essere preparati costituendo l'associazione dei piccoli comuni.
UNA SENTENZA RECENTE LASCIA INTRAVEDERE IL CRAC FINANZIARIO PER BEN 812 COMUNI – Non serviranno più trent’anni ma solamente tre per rimediare agli indebitamenti degli Enti Locali. La sentenza della Corte costituzionale di fine aprile in merito alla restituzione di una parte dei debiti contratti dai Comuni italiani e quelle inerenti le anticipazioni di liquidità, possibili dal 2015 in poi per il pagamento dei fornitori ha cambiato i ritmi. La Corte Costituzionale ha stabilito che le generazioni future non possono accollarsi i debiti dei quali benefici non hanno usufruito. In molti Enti locali sono insorte preoccupazioni perché dover far fronte, di punto in bianco, a una tale mole di debiti, potrebbe mandare a carte e quarantotto le da sempre esauste casse di 812 Enti che versano già a rischio fallimento, 129 dei quali già in pre-dissesto e 34 in dissesto finanziario.
Leoliuca Orlando -presidente Anci Sicilia- ha rinnovato la richiesta di avviare un tavolo di confronto tra Stato, Regione e sistema delle Autonomie locali, ied ha pure sottolineato come le devastanti conseguenze della mancata applicazione del federalismo fiscale e di interventi perequativi hanno penalizzato i comuni al punto da non metterli nelle condizioni di chiudere i bilanci e, di conseguenza, garantire i servizi essenziali ai cittadini. Nello scorso 18 giugno in sede ANCI Sicilia, numerosi sindaci hanno illustrato le principali criticità degli enti locali riferendosi, in particolare, alla riduzione dei trasferimenti regionali e nazionali, alla difficoltà nella gestione dei tributi locali e all’inadeguatezza di Riscossione Sicilia, all’alto numero di comuni in dissesto e pre-dissesto, al ritardo dei pagamenti dei debiti commerciali e alla carenza di figure professionali nei servizi finanziari, negli uffici tecnici e nei servizi sociali.
I sindaci siciliani, durante la riunione, si sono confrontati con senatori e deputati nazionali delle diverse forze politiche per analizzare le difficoltà del sistema e l’inadeguatezza dell’attuale quadro normativo, con riferimento ad aspetti di carattere finanziario e organizzativo. Gli amministratori siciliani hanno, ancora, rappresentato la necessità di chiedere al Governo nazionale “lo stanziamento straordinario di 500 milioni di euro all’anno per un triennio a favore degli enti locali siciliani, una iniezione di risorse fino alla definizione dell’attuazione dello Statuto siciliano con interventi compensativi previsti dallo stesso federalismo fiscale, e mai riconosciuti in Sicilia, in danno dei livelli essenziali delle prestazioni e dei bisogni standard”.
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