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martedì 29 giugno 2021

Conte e Grillo. Si va spegnendo l'euforia populista.

 Le problematiche dei cinquestelle sono alle stelle, segno inconfutabile che si tratta di un MoVimento sulla via del tramonto. Ad oggi alla tradizionale assenza di  linea politica si è aggiunta l'assenza di leadership. Ciò che è  più grave  è  vedere due leader, diversi e arroganti,  incapaci di convergere in una soluzione  per salvare il loro “partito”. In questo quadro per chi mastica la politica si coglie la controprova (se ci fosse bisogno) che di movimento populista si tratta. Movimento populista che si aggiunge alla perdita di identità dei partiti di destra e della pseudo Sinistra alla Letta.  

Ci auguriamo che in Italia torni la Politica, quella degli statisti, quella che nulla ha a che fare col quadro attuale.

Così Conte

Conte dichiara: “Non sarò un leader dimezzato voglio una maggioranza ampia, non mi presto a un progetto in cui non credo. Non posso assumere una decisione solo con il cuore se poi la testa mi suggerisce che il percorso è sbagliato”.

“Il 4 febbraio uscì da palazzo Chigi e rilasciai alcune dichiarazioni pubbliche. In quell’occasione lanciai un appello perché tutte le forze politiche che sostenevano il governo uscente sostenessero il governo Draghi. In quell’occasione mi venne spontaneo rilasciare una dichiarazione rivolta agli amici M5s: io ci sono e ci sarò. Fu una naturale manifestazione di affetto e riconoscenza per la reciproca fiducia e lealtà”.

“Pochi giorni dopo Beppe Grillo mi chiese di diventare leader politico del M5s. Poi mi invitò a partecipare a un incontro il 28 febbraio per discutere del mio ingresso nel movimento. In quell’occasione rifiutai ritenendo che un mio ingresso a freddo non ratificato dalla base del M5s fosse privo di una legittimazione solida”.

“Non ne faccio una questione personale, e non ho mai chiesto le sue pubbliche scuse. Non è certo una battuta irriverente o sgradevole che mi preoccupa. Per fortuna ho senso dell’ironia”.

“Abbiamo bisogno di un campo largo. Dobbiamo lavorare nel rispetto delle reciproche autonomie con tutte le forze che fin qui si sono mostrate concretamente sensibili al nostro slancio innovatore. Questo è il momento in cui l’intera comunità 5 Stelle deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Il mio l’ho fatto”.

“All’intera comunità M5s chiedo di non rimanere spettatrice passiva e di esprimersi sulla proposta che presento. Non mi accontenterò di una risicata maggioranza non mi basterà. Mi metto in discussione”.

“Una forza politica che ambisce a guidare il Paese non può affidarsi a una leadership dimezzata, sono stato descritto spesso come uomo delle mediazioni, ma su questo aspetto non possono esservi mediazioni, serve una leadership forte e solida, una diarchia non può essere funzionale, non ci può essere un leader ombra affiancato da un prestanome e in ogni caso non potrei essere io”.

“Beppe sa bene che ho avuto e avrò sempre rispetto per lui. Spetta a lui decidere se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore padrone che ne contrasta l’emancipazione. Per lui c’è era e ci sarà sempre il ruolo di Garante, ma ci sarà distinzione tra la filiera di garanzia e la filiera degli organi di politica attiva al cui vertice ci deve essere il leader politico e la filiera di controllo”.

“Io non posso assumere una decisione solo con il cuore se la mia testa mi suggerisce che il percorso è sbagliato. Non posso prestarmi ad un’operazione in cui non credo”.

“Non ho doppie agende, se lavoro a un progetto lo faccio con trasparenza, non ho un piano B mi auguro si lavori, se non fosse così valuterò cosa fare, ho sempre detto il destino personale di Giuseppe Conte non deve preoccupare nessuno”.

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