Breve riepilogo:
-Nel 476 cessa di esistere l'Impero Romano d'Occidente, che soccombe alle invasioni barbariche-
-Continuerà invece ad esistere l'Impero Romano d'Oriente, fino al 1453. Mille anni dopo.
-In Sicilia con l'invasione dei Vandali prima (440-477) e dei Goti dopo (477-535) si ha il governo di Odoacre prima e poi di Teodorico (e poi ancora della sorella di questi Amalasunta).
-Il periodo romano-bizantino (535-830) nel Mediterraneo Occidentale non riguardò solamente la Sicilia ma tutta l'Italia (con capitale Ravenna), l'intero Nord Africa, la Spagna e -ovviamente- l'intero Medio Oriente. Si trattò in pratica di una ricostituzione del vecchio impero, con cultura, lingua e capitale -adesso- in spazi e in terre grecizzate. Artefice politico fu l'Imperatore Giustiniano e artefice militare, massimamente, Bellisario.
Avremo modo di rilevare che dal periodo barbarico-bizantino-normanno e infine svevo a guidare il mondo siciliano di allora non fu mai la "politica" come la conosciamo e intendiamo oggi; il movente sempre e comunque lo troveremo in considerazioni e valutazioni a sfondo religioso, seppure lo spirito egoistico-economico risulterà -come è intuibile- sempre palpabile.
Prima di fotografare nell'ottica storica il territorio della Valle del Belice e dell'intero Vallo di Mazara durante i governi bizantini riportiamo alcune linee, molto generali, sull'assetto di governo post-barbarico.
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Per lo storico Francesco Renda l'insediamento dei Romani d'Oriente (i bizantini) in Sicilia non fu una occipazione; essa venne considerata dalle popolazioni dell'Isola come una liberazione dal dominio dei "Goti" ed un ritorno a quello che da secoli era stato il dominio imperiale tomano. La politica di Giustiniano mirava proprio a restaurare l'Impero nell'intero bacino mediterraneo.
Per il prof. Renda la "Provincia" di Sicilia fu una realtà politica retta da funzionari civili, mentre la successiva trasformazione in Thema bizantino divenne una realtà militare dove si discuteva orevalentementer di strategie rispetto alle nuove scorrerie arabe provenienti dal Nord Africa.
Sotto il profilo del governo locale delle singole città fu richiamato a nuova vitalità l'assetto di autonomia vigente sotto il precedente Impero Romano d'Occidente. Palermo, e non solo essa ma ... per quanto può incuriosirci pure Entella, ri-ottenne il governo senatoriale, che per la prima volta, rispetto al periodo classico, vide coinvolto pure il clero cristiano accanto agli alti funzionari ed ai notabili locali. Una differenza che emerse rispetto al periodo classico fu -ancora- l'uso del greco nell'elaborazione dei testi giuridici invece del latino. Il greco era allora -in Sicilia- la lingua diffusa nell'uso della popolazione tutta, soprattutto nella parte orientale dell'Isola.
(Segue)
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