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sabato 19 giugno 2021

Castelli e casali. Dagli arabi agli aragonesi: piccoli appunti e suggerimenti (2)

 Aree interne e non della

 Sicilia Occidentele

 Voler fotografare, e/o descrivere, le aree interne della Sicilia arabo-normanna (quei tre/quattro secoli a cavallo dell'anno mille) non è facile. Esistono fonti documentali importantissime, magari di non facile lettura ed interpretazione, conservate presso gli archivi dell'Arcidiocesi monrealese e in quelle dello Stato (oggi della Regione) a Palermo che accanto alla visione/consultazione esigono, dalle persone interessate a capire quei mondi lontani nel tempo, di doversi porre culturalmente e storicamente  in logiche e in modi di vita completamente differenti da quelli dell'attuale  ventunesimo secolo.

Ci proponiamo su alcune pagine del blog di trattegiare sotto il profilo geografico-topografico e socio-economico l'area che da Palermo si estende verso sud in direzione di Sciacca e Mazara durante il periodo tardo-medievale e l'inizio del moderno.  Quell'area di Sicilia Occidentale che in senso molto ristretto oggi definiamo Valle del Belice  e che la tradizione secolare invece denominava -con evidente occhio molto più vasto- "Val di Mazara".  Allora si faceva riferimento -sotto il profilo istituzionale- alle signorie feudali ecclesiastiche (Arcivescovato di Monreale, soprattutto), nobiliari di precise famiglie dell'aristocrazia del tempo nonché alle pertinenze del demanio regio. Interessante fonte storico-archivistica sull'area di nostro interesse  è anche la diocesi agrigentina, per vari secoli seconda per estensione territoriale in Sicilia nel secondo millennio, dopo Monreale.

Gli studi topografici del territorio sui secoli, successivi all'anno mille necessitano comunque di una certa dose di immaginazione. Infatti le amministrazioni feudali che siano state ecclesiastiche fra cui comprendere ancora  l'abbazia di  Santa Maria del Bosco, baronali (Gioeni-Colonna) o demaniali non sono sempre state accuratissime nel custodire gelosamente i loro archivi e la documentazione sulla conduzione dei singoli "stati feudali", ossia sulle realtà locali.

D'altronde, constatiamo ancora oggi, nel terzo millennio, smagliature nella gestione archivistica degli enti locali. Le Amministrazioni del Belice, per quanto ci viene riferito,  stanno conservando come peggio non si può gli archivi sulla ricostruzione post-terremoto '68. Gli storici del ventiduesimo secolo inevitabilmente giudicheranno le comunità dei nostri giorni come "arretrate" sul piano della custodia, della visione e della cognizione archivistica. Forse le giudicheranno con valutazioni peggiori rispetto a come noi oggi valutiamo gli antenati dei secoli passati che di testimonianze scritte del loro tempo ne hanno lasciate-se non moltissime- abbastanza per capire e ricostruire quei secoli; teniamo presente comunque che in Sicilia sono parecchie le testimonianze medievali e della prima modernità di ordine monumentali e comunque  di archivi ben tenuti ne esistono tanti. In Sicilia sostengono in tanti ciò che manca è la consapevolezza dell'importanza degli archivi istituzionali.

Le nostre saranno -per chiudere questa pagina- rappresentazioni sintetiche sui secoli pre-arbereshe dell'attuale  territorio comunale. Il tutto in attesa, nella più lunga e ampia prospettiva, di addentrarci nella ragionata e avvincente vicenda di Kuntissa. Kuntissa feudale.

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Riflessione

“Siamo noi a creare la storia con la nostra osservazione, e non la storia a creare noi.”

Stephen Hawking

cosmologo, fisico, matematico, astrofisico, accademico e divulgatore scientifico

1948-2018.

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