Cabina di regia
Il Recovery Plan al momento della presentazione agli uffici di Bruxelles sembra -a leggere i giornali- che abbia sollevato più di una perplessità. L'Italia non ha mai rispettato finora il puntuale rispetto dei piani presentati e ci si è chiesto come farà adesso a rispettare la puntuale attuazione di tanti complessi interventi per oltre 200 miliardi. L'Italia non ha mai utilizzato finora i tanti miliardi di euro che l'Europa ha messo -da sempre- a disposizione. Può essere cambiata l'Italia?
Il premier ha già varato la cabina di regia che dovrà presiedere a tutti gli interventi che siano statali, regionali o degli enti locali e per evitare ogni rischio di "palude" nel procedere attuativo ne ha assunto in prima persona la presidenza. Preliminarmente al varo dei progetti dovranno vararsi parecchie riforme, dal fisco alla giustizia, dagli appalti per le grandi opere all’economia verde e Draghi -in prima persona- ha assegnato a se' un ruolo chiave su tutto.
E' già stato stabilito che in caso di «mancato rispetto» degli impegni presi e se dovesse insorgere il rischio di far saltare i progetti del Piano, Draghi darà agli enti «un termine non superiore ai 30 giorni per provvedere» ed in caso di «una perdurante inerzia» di un ministero o di un ente locale, o associazione di enti locali, il presidente del Consiglio assegnerà l’incarico a un altro soggetto pubblico o a dei «commissari ad acta».
Sarà sempre personalmente di Mario Draghi l’ultima parola su qualsiasi progetto.
Forse sarà la prima volta nella vicenda italica che la gran parte delle risorse assegnate all'Italia da Bruxelles resteranno nel nostro paese. Tutti lo speriamo.
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