Estratti dalla
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE
D'INCHIESTA SULL'ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI PER LA RICOSTRUZIONE
E LA RIPRESA SOCIO - ECONOMICA DEI TERRITORI DELLA VALLE DEL BELICE
COLPITI DAI TERREMOTI DEL GENNAIO 1968
(Istituita con legge 30 marzo 1978, n. 96)
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CAPITOLO VI
LE REALIZZAZIONI A FRONTE DEI PROGRAMMI
Opere di urbanizzazione secondaria..
(Infrastrutture scolastiche ed attrezzature collettive).
d) Analisi delle infrastrutture scolastiche.
Un ulteriore possibile criterio di analisi avrebbe potuto essere
basato sul semplice conteggio delle opere previste dai programmi di
trasferimento e di quelle realizzate. Mancando, però, ogni possibilità
di confronto delle dimensioni fisiche delle opere stesse, una simile
analisi dovrà essere limitata al settore delle infrastrutture scolastiche, per
il quale si dispone di unità di misura (aule, nel caso di scuole elementari
e secondarie; sezioni, nel caso di scuole materne ed asili-nido) che,
tutto sommato, possono considerarsi abbastanza standardizzate, e per
ciò stesso affidabili (1).
Il confronto, riportato nella Tabella Vili, comporta comunque
margini di approsimazione, sia a causa della pur possibile variabilità
delle dimensioni delle sezioni e classi sia, soprattutto, per la scarsa
chiarezza delle informazioni fornite dall'Ispettorato, che non sempre
consentono di stabilire con certezza il numero delle sezioni, rendendo a
volte necessario il ricorso a stime (2).
Per questi motivi, nella Tabella Vili, il calcolo delle percentuali è
stato eseguito solo in riferimento ai totali (parziali e generale). Diviene
in tal modo più probabile che si verifichi una certa compensazione tra i
valori stimati, in eccesso o in difetto.
Salvo che per il numero delle classi nei 14 Comuni a trasferimento
totale degli abitati, in base a questo criterio di analisi, la quota percentuale di opere realizzate rispetto ai programmi si mantiene inferiore,
sia a quella relativa all'edilizia residenziale a totale carico dello Stato,
sia a quella relativa alle opere stradali. L'unico caso in cui si registra
un incremento molto deciso del numero delle sezioni (da 4 a 10) è, ancora
una volta, quello costituito dal Comune di Camporeale.
(1) Al contrario, le dimensioni fisiche di altre attrezzature collettive possono
essere soggette a notevolissime variazioni. Un centro sociale, ad esempio, può consistere di un semplice ufficio per l'assistente e di una sala di attesa, oppure può
richiedere la costruzione di un vasto edificio comprendente sale per conferenze
e riunioni, biblioteche, ambienti per il tempo libero, e così via. Anche nel campo
delle infrastrutture scolastiche, del resto, esistono locali (aula magna, palestra,
laboratori etc.) le cui dimensioni possono variare entro limiti molto ampi. Per
questo motivo, il confronto è stato limitato alle aule propriamente dette, per le
scuole secondarie ed elementari, ed alle sezioni, per le scuole materne e gli asili-nido.
(2) La stima è stata effettuata in base ai numeri indicati sulle schede
trasmesse dall'Ispettorato, in rapporto con il numero dei metri cubi delle varie
costruzioni e con le dimensioni « standard » delle sezioni, in funzione dei regolamenti per l'edilizia scolastica.
Considerazioni conclusive.
Pur se diverse osservazioni sono state formulate nei paragrafi precedenti, sembra comunque opportuno riprenderle brevemente. Già in
riferimento all'edilizia residenziale a totale carico dello Stato ed ammessa a contributo, nonché alle opere di urbariizzazione primaria, si è
dovuto più volte lamentare la carenza e la mancanza di chiarezza delle
informazioni trasmesse dall'Ispettorato generale per le zone terremotate, soprattutto per quanto riguarda la confrontabilità dei dati con
quelli contenuti nei programmi di trasferimento, che pure sono stati (o
avrebbero dovuto essere) elaborati presso l'Ispettorato stesso. Nel caso
delle attrezzature collettive e, più in generale, delle opere di urbanizzazione secondaria, tale carenza e tale mancanza di chiarezza assumono
dimensioni francamente sconcertanti e non giustificabili solo in base
alle limitazióni inerenti alla modesta attrezzatura tecnica ed all'organico insufficiente dell'Ispettorato.
Un secondo non trascurabile elemento, che emerge e trova successive conferme dalle analisi condotte fin qui, è costituito dai ritardi e
dalla lentezza che hanno caratterizzato la realizzazione delle infrastrutture scolastiche e delle attrezzature sociali — per non parlare degli
spazi verdi — rispetto alle strutture insediative ed alle opere stradali.
Si deve perciò concludere che, nonostante le dichiarate intenzioni
dei progettisti, i quali hanno ripetutamente affermato di aver voluto
realizzare le opere di interesse collettivo contestualmente (se non antecedentemente) alla costruzione delle abitazioni, e nonostante le ingenti
somme di denaro pubblico stanziate e spese, nella Valle del Belice rischia di ripetersi quella manifesta carenza di servizi e di spazi per la
vita comune, che può a buon diritto essere definita come il male cronico che affligge tutti gli insediamenti residenziali di iniziativa pubblica realizzati in Italia dal dopoguerra ad oggi
CAPITOLO VII
LA GESTIONE DEGLI APPALTI
Premessa.
(Segue)166
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