Rispetto al vicino comune di Corleone, l'attuale territorio di Contessa Entellina era una Terra feudale, che faceva, nel XVI secolo, riferimento alla famiglia Peralta-Cardona, mentre la vicina Corleone era una città regia (demaniale, formalmente dipendente direttamente dalla monarchia). Il territorio corleonese, comunque, era ugualmente, nella sua estensione, in mano a feudatari che erano, fra loro, sempre in lotta per avere il controllo dell'amministrazione locale e degli stessi feudi regi formalmente dipendenti -appunto- dalla Monarchia.
Su taluni feudi regi o feudali insisteva pure il ius servendi a beneficio del ristretto ceto dei borgesi (=sostanzialmente funzionari e impiegati dei baroni), tenuti comunque a pagare alla Regia Corte o alla Corte feudale un canone in natura (il terragio). Sembrerebbe, stante a quanto siamo riusciti a conoscere sul dovuto degli arberesci di Contessa ai Cardona, il terragio era nei primi decenni del Cinquecento pari ad una salma di grano (16 tumoli) per ogni salma di terra (poco meno di 17,5 mila mq.).
Esisteva un privilegio che riguardava solamente i residenti a Palermo: potevano pascolare e far legna su qualsiasi parte del demanio regio e su qualsiasi feudo signorile, nell'intera Isola, senza possibilità di essere sanzionati.
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