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giovedì 28 settembre 2023

Economia, Politica, Democrazia (7)

La Contemporaneità 

Il periodo napoleonico

 Nel 1801 il Regno di Napoli, nel clima di guerra continua attraversato dall’Europa per le inesauribili campagne militari di Napoleone, venne a trovarsi in una situazione di “effettivo” ed assoluto deficit delle finanze pubbliche. Lo stato affondava le sue radici nell’antico regime feudale (ancien regime), mentre la “Contemporaneità “, con tutto ciò che  il concetto implicava, e le continue guerre napoleoniche esigevano l’impostazione di un moderno sistema tributario. 

 Il rimedio, immediato e più facile per la situazione, fu ancora una volta l’inasprimento delle sole imposte indirette, che ovviamente imbattarono soprattutto sulla povera gente. Il Regno in questo contesto e su quest’impianto politico si dotò di una amministrazione finanziaria (intendenze provinciali e, per la prima volta, del “bilancio ufficiale dello Stato” con stanziamenti fissi per le spese e di un fondo di ammortamento del debito pubblico). 

 Ai fini sostanziali socio-economici, però continuò a dilagare l’inflazione, il disavanzo di bilancio ed il debito dello Stato in crescendo. L’impotenza della monarchia a governare la realtà, in quel continuo regime di guerra, stava nella resistenza dell’aristocrazia che -in maniera assoluta- rifiutava l’introduzione di un sistema tributario che poggiasse sulle imposte dirette e personali. Continuarono, di contro, a persistere le tasse, le gabelle, le imposte indirette che inevitabilmente ricadevano pesantemente a carico dei popolani poveri.

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