L’arbereshe è cultura,
ma la realtà locale...
Noi contessioti alla luce delle definizioni che vengono date alla dizione “cultura” disponiamo, quindi, di un bagaglio culturale molto più ricco di quello dei paesi e località limitrofe. Disponiamo, almeno ad oggi, della parlata arbereshe, della ritualità cattolico-bizantina, di un bagaglio storico più ricco di riferimenti e conseguentemente molto più ampio di altre realtà comunitarie più o meno limitrofe, eppure, ad occhi attenti, non solo non l’apprezziamo ma stiamo facendo di tutto per disperderlo, per archiviare questo bagaglio culturale.
È strano quanto sta accadendo sotto i nostri occhi, ma avviene! le mamme non insegnano più ai loro figli la parlata arbëreshe.
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Le culture non hanno confini netti identificabili con sicurezza. Hanno nuclei forti (lingua, comportamenti, simboli, idee…) che le distinguono da alcune, ma che al tempo stesso le assimilano ad altre. E se ci allontaniamo da questi nuclei le cose tendono sempre più a confondersi e le differenze finiscono per sbiadire o intrecciarsi.
(Da un Elaborato Università Teramo)
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