Domini spagnoli nel XVI secolo. Sicilia e gran parte dell'Italia facevano parte dell'Impero spagnolo. |
Il bacino mediterraneo era negli anni iniziali di quel millecinquecento, come peraltro da oltre un paio di millenni, crocevie di popoli, e non solo. Tutto in quel mare confluiva: bestie da soma, mercanzie, navi, uomini di varie visioni di vita, idee, religioni, culture, modi di vivere dall'antichità a quel XVI secolo. Il quadro umano e di civiltà, proprio perché sostanzialmente aperto agli incontri e agli scontri fra i popoli possedeva -in comune- attitudini alle guerre, alle tecniche, alle epidemie, alle mode e alle innovazioni. Esisteva -di fatto- lungo il Mediterraneo una fitta rete di collegamenti sia marittimi che terrestri.
Così andavano le relazioni fino a poco prima del 1500 e verosimilmente per un breve tempo del successivo ventennio, quando a contendersi il controllo del bacino mediterraneo non fu più una unica potenza dominante ma due imperi, quello spagnolo, intransigentemente cattolico, e quello ottomano, intransigentemente islamico.
A rendere il clima politico via via sempre più infuocato fu il lungo regno di Carlo V (1500-1558) che oltre a controllare vasti territori europei, ed italiani in particolare, governò su molti territori della Tripolitania, e l'ascesa al trono turco di Solimano (il Magnifico: 1494-1566), che diventa Sultano nel 1520. In questo contesto la Francia di Francesco I, non esitò a stipulare alleanze con i turchi.
(Segue)
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