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mercoledì 27 settembre 2023

Riflessioni sul territorio agrario di Contessa Entellina

 Casali, si.

Casali, no.

  Più volte sul blog ci siamo soffermati sui casali (piccoli aggregati di famiglie dedite alle culture dei campi, da due-tre a meno di dieci componenti per nucleo) che sussistevano sul territorio dell'attuale Contessa Entellina. Si trattava di residue famiglie saracene, sottomesse e dedite all'agricoltura, per conto degli Svevi prima e quindi degli Angioini. Con l'inizio del dominio Aragonese (1282) le campagne dell'interno dell'Isola erano più covo del brigantaggio che delle attività produttive.

  Il sostanziale ruolo dei "casali", quali poli più o meno vivaci dell'agricoltura, era quindi ampiamente già venuto meno all'arrivo degli Aragonesi. L'isola si avviava politicamente a diventare una vera e propria colonia dell'Impero spagnolo, un mercato di esportazione di prodotti agricoli e nel contempo di importazione di manufatti e prodotti finiti.

  L'armata di Pietro III d'Aragona che era arrivata  in Sicilia per combattere gli Angioini (1282), oltre a produrre la desertificazione delle campagne e dei casali, rimodulò pure la geografia della produzione cerealicola.

   Il Val di Mazara, alla cui periferia sta situato l'attuale territorio di Contessa, soprattutto nelle aree costiere, fu destinato -appunto- alla cerealicoltura attivando contemporaneamente la funzionalità dei porti costieri di Mazara, di Sciacca e Marsala, ed altri minori. Gli Aragonesi, sempre limitatamente al Val di Mazara (retto dai Peralta, imparentati con i regnanti), pretesero forniture, nella stessa quantità sia di grano che di orzo, cereale questo che in quei secoli serviva per l'alimentazione dei contadini e dei soldati.

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