Parola è un vocabolo fortissimo.
Non a caso viene usata nelle religioni con la
maiuscola per indicare il pensiero divino.
Lo dimostra il destino di molti suoi derivati che
si sono conquistati una prepotente autonomia nei
nostri discorsi. Basti pensare al diminutivo parolina;
al vezzeggiativo paroletta, all’accrescitivo enfatico
parolona e, più di ogni altro, al dispregiativo parolaccia.
Una potente invasione. Gli antichi greci usavano logos,
derivata dal verbo lego per indicare sia la parola,
sia il discorso che si esprime appunto attraverso
le parole e per estensione la facoltà stessa di pensare.
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