Sciacca, uno dei centri-politici- cinquecenteschi, per qualche tempo sede della signoria dei Cardona-Peralta, era, grazie anche al porto, un centro attivo di produzione oltre che piazza importante di importazione (per la successiva distribuzione sul territorio). L’attività artigianale era vitale nella cittadina in quanto era pure al servizio dell’entroterra ed ancora oggi la ricerca storica è dedita ad esplorare quali comparti e quali tecniche di produzione erano in uso nella cittadina, sede per un certo periodo persino di una zecca, propria della locale Signoria feudale.
È certo comunque che l’artigianato locale era florido, seppure privo di qualsiasi ruolo civico, competenza esclusiva dei Signori feudatari. Era quello tempo in cui l’economia siciliana ed il ruolo politico si identificavano con il feudo e la ricchezza era identificata con le risorse agrarie. Gli arbereshe per la conservazione della loro identità poterono, per qualche tempo, contare sull’arcivescovato Greco-ortodosso che allora conservava la sede di Agrigento. Il metropolita apparteneva alla giurisdizione dell’Arcivescovo di Achrida (Ohrid) oggi Stato della Macedonia, su delega del Patriarca di Costantinopoli, per la cura spirituale delle comunità greche e albanesi di rito bizantino, nei primi decenni del sec. XVI.
(Segue)
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