Prima degli arbëreshë e
la nascente "cultura del pane"
Sul finire del XV secolo, all'inizio dell'era moderna, in gran parte dell'Occidente si ha un esponenziale accrescimento del consumo di pane nell'alimentazione delle popolazioni. Il fenomeno è connesso, quasi implicito, con i profondi mutamenti di vita nella società, nell'economia e persino nei paesaggi.
Almeno sulla carta, se non nei fatti, era già abolito in quel XV secolo il servilismo e la sottomissione di grandi masse contadine, tutte sfruttate e umiliate perchè di origine saracena e queste, sin all'inizio del Trecento, avevano abbandonato le campagne ed i relativi casali; i mercanti del Nord Europa chiedevano forniture di frumento da far arrivare nei porti di Genova, Marsiglia e persino di Barcellona ed in conseguenza di questa evoluzione, la prima di tipo sociale (relativa all'emancipazione dei villani), e la seconda di natura economica (domanda di grano), cambia inevitabilmente il paesaggio umano e ambientale dell'Isola.
Nonostante il pregresso interesse di Eleonora d'Aragona, capostipite femminile dei Peralta di Sicilia e poi in successione dei Cardona, nei confronti del monastero di Santa Maria, gli stessi Cardona registrano e prendono -però- atto della crescente assegnazione da parte regia di feudi -come Batellaro, Realbate ed altri- che da precedenti signorie baronali, alcune magari estinte, vengono ri-assegnati alle signorie ecclesiastiche i cui vertici (abati ...) erano in Sicilia di nomina diretta della monarchia.
E' in questo contesto di netto profilo economico che inizia e si spiega la fase di ripopolamento della semideserta area del Belice. Contessa sarà primo della quasi decina di nuovi paesi che sorgeranno lungo la vallata.
Tralasciando perora ciò che ci proponiamo di riportare più puntualmente sull'area della nascente Contessa, insistiamo invece nell'elencare succintamente le vere ragioni che inducono i Cardona e con loro tutti i baroni dell'Isola ad avviare il ripopolamento delle aree interne e di quelle più selvatiche dei loro domini.
1) Dal XIV secolo in tutta Europa si registra un notevole aumento di popolazione e questa nuova realtà implica spontaneamente il considerevole ampliamento dei terreni coltivati e coltivabili;
2) Sempre a cominciare dal XIII e XIV secolo cambia la consolidata abitudine alimentare prevalentemente legata alle risorse ricavate dai boschi e dalle aree incolte. Disboscamenti, bonifiche e dissodamenti avviano nell'area interna dell'Isola conseguentemente la modifica ampia del paesaggio finalizzata all'ampliamento dei terreni seminativi;
3) La crescente domanda di cereali da parte del Nord Italia ed Europa fece di varie città costiere dell'isola importanti "città portuali" di esportazione. Per quanto ci riguarda più da vicino in quanto contessioti, Sciacca diventa il porto granario di tutte le baronie dei Peralta e poi dei Cardona;
4) I terreni cerealicoli, conquistati e sottratti al bosco, si moltiplicarono in tutta l'Isola ed il frumento si affermò rispetto agli altri cereali (segala, spelta, orzo), che invece nei secoli precedenti contendevano al frumento la preferenza sui terreni coltivati.
5) Lungo i corsi d'acqua, dove prima sorgeva un mulino, si costruirono altri, uno di seguito all'altro al fine di sfruttare più volte la stessa energia idrica.
6) Il pane e la pasta assurgono nel sistema alimentare della popolazione in quel tardo medioevo e in quella fase nascente della modernità ruolo crescente nel sistema alimentare. Non è un caso che nella fase storica che stiamo tentando di trattegiare comincia l'ampio uso di "companaticum", termine che sottolinea quanto essenziale fosse diventato il pane. Pane che si accompagnava ad altri cibi vari (generalmente, per i contadini, verdure). Nella trasversalità sociale di quei secoli il grano, e conseguentemente pasta e pane, comincia ad attraversare tutti i ceti e ad interessare pure le mense baronali.
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