Da una raccolta di discorsi di
Papa Francesco. (2013)
Mi permetto di avanzare una proposta: abbiamo bisogno di dare vita a una cultura dell'incontro.
In questi tempi difficili, accanto alla cultura del frammento, come la chiamano alcuni, o della non integrazione, siamo chiamati a contrastare quanti vorrebbero affermare il risentimento, l'oblio della nostra storia condivisa, o si divertono a indebolire i legami.
L'uomo in carne ed ossa, con una concreta appartenenza culturale e storica, così come la complessità dell'umano con le sue tensioni e i suoi limiti, non vengono rispettati e tenuti nella giusta considerazione. Eppure proprio l'uomo deve stare al centro delle nostre cure e delle nostre riflessioni. La realtà umana del limite, della legge e delle norme concrete e oggettive, la sempre necessaria e sempre imperfetta autorità, l'impegno nella realtà, sono difficoltà insormontabili per la mentalità che abbiamo descritto prima.
Sottraiamoci alle realtà virtuali. E anche al culto dell'apparenza.
Non si può educare senza memoria. La memoria è una potenza unitiva e integratrice. Così come la ragione, abbandonata alle sue sole forze, precipita, allo stesso modo accade alla memoria, che è il nucleo vitale di una famiglia o di un popolo. Una famiglia senza memoria non è degna di questo nome. Una famiglia che non rispetta i suoi anziani, che sono la sua memoria vivente, e non se ne prende cura, è una famiglia disintegrata; invece una famiglia e un popolo che hanno memoria di sé sono una famiglia e un popolo con un avvenire.
Il punto essenziale sta nel non inibire la forza creativa della nostra stessa storia, della nostra storia memore. L'ambito educativo, in quanto costante ricerca di sapienza, è uno spazio ideale per questo esercizio: ritrovare i principi che hanno permesso di realizzare un desiderio, riscoprire la missione che vi è celata e che lotta per continuare a manifestarsi.
Vediamo tanta memoria malata, sbiadita, sfibrata in ricordi incapaci di andare oltre il primo apparire, distratta da flash e tendenze di moda, da sentimenti momentanei, da opinioni boriose, che celano lo sconcerto. Tutti frammenti che vorrebbero oscurare e negare la storia.
Il cambio di status giuridico della nostra città non può significare "tabula rasa". E' per chi non ha passato che non esiste nulla di già realizzato. Tutto è futuro, bisogna rifare ogni cosa da zero.\
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