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domenica 31 gennaio 2021

Alle radici del Cristianesimo

 Una domanda rivolta all'Arcivescovo Vincenzo Paglia,  consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio e presidente della Federazione Biblica cattolica internazionale, dal giornalista e scrittore: Saverio Gaeta.

Domanda: "Sommo architetti dell'universo" e "provetto orologiaio", ma anche "giocatore di dadi" e "prestigiatore": sono tutte le definizioni della divinità proposte dagli uomini in relazione alle credenze e alle ideologie da cui venivano ispirati. Nel Catechismo fatto pubblicare da Pio X nel 1913, che tanti cattolici d'oggi hanno imparato a memoria, Dio era descritto come "l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra (...), immenso, eterno, onniscente, onnipotente". E il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, approvato da Giovanni Paolo II nel 1992, ne parla come "il Principio e la Fine di tutto (...), colui che è ricco di grazia e di fedeltà (...), la Verità e l'Amore".  Proviamo a tradurre queste espressioni teologiche in un'immagine di Dio adeguato alla capacità di comprensione dell'uomo comune del nostro tempo?

Risposta: Dobbiamo ripartire ancora una volta dalle Sacre Scritture. E' nella Bibbia che ci viene mostrato il volto più chiaro di Dio, nei suoi moltemplici aspetti. E se anche soltanto un poco ci lasciamo trasportare dalle pagine bibliche a scorgere i tratti del volto di Dio sentiremo la comunicazione salirci nel cuore. Fin dalle prime pagine la Bibbia ci mostra il Creatore del cielo e della terra non come un Dio lontano e freddo, ma come colui che va in cerca dell'uomo, anche quando si allontana e si smarrisce nella tristezza del peccato. Ovviamente non si nega quel che molti di noi hanno appreso da bambini su Dio come l'Essere perfettissimo. Ma il Dio bibblico si manifesta in modo ben più ricco.

L'Esodo presentya il Signore commosso nel vedere il suo popolo schiavo in Egitto e deciso a scendere sulla terra personalmente per liberarlo. E assicura la sua vicinanza e la sua protezione per sempre.  E poi Dio appare tenero come una madre che prende in braccio i figli per far sentire loro il suo amore; e si mostra anche come il difensore dei poveri e dei deboli, dell'orfano e della vedova. Ma è anche un Dio esigente nell'amore, sino a dirsi geloso; e tuttavia perdona e accoglie chiunque si penta. Ha il volto del pastore buono cher raccoglie i figli dispersi e che va in cerca anche di una sola pecora smarrita.

  Alla fine, il suo amore per noi lo costringe a mandare sulla terra il suo stesso Figlio perchè tutti gli uomini possano vedere con i loro occhi il suo volto e toccare con le loro mani il suo amore. L'apostolo Filippo -che quasi spazientito, chiedeva a Gesù: "Mostraci il Padre e ci basta"- si sente rispondere: "Chi ha visto me ha visto il Padre" (Giovanni 14,9). Il Vangelo, centro di tutta la Bibbia, ci mostra il volto di Dio in quello di Gesù. E' un volto tenero, forte, misericordioso, compassionevole, che si china fino ai piedi dei discepoli, sino a morire sulla croce per salvare il mondo. E' questo il volto di Dio che la Bibbia man mano ci fa scoprire e incontrare: Gesù Cristo. Con ragione perciò ci chiamiamo cristiani. Siamo certi che, seguendo Gesù, giungiamo al Padre: anzi già l'abbiamo già raggiunto in lui.

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