E’ da un settantennio che risulta coniata l’espressione A.I.
Possono le macchine condizionare la libertà dell’Uomo?
L’Intelligenza Artificiale sicuramente rappresento’ circa un settantennio fa una svolta nei rapporti uomo-macchina e però ci sono stati nel recente passato studiosi che si sono mossi contro corrente rispetto all’euforia tecnologica, ormai dominante, e hanno denunciato il rischio che essa potrebbe sfuggire di mano all’uomo. Secondo costoro ‘la velocità potrebbe sfuggire ad ogni controllo umano. La potenza di calcolo costituisce non solo una rivoluzione quantitativa motivata dalla ricerca della performance, ma la corsa inarrestabile alla velocità artificiale significa parlare della catastrofe dell’intelligenza”
(Paul Virgilio, scrittore francese, 1932-2018).
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L’Intelligenza Artificiale
Oggi, quando gli scienziati, i media e persino gli studenti parlano di Intelligenza Artificiale, si riferiscono alla disponibilità di macchine atte ad eseguire funzioni che richiedono intelligenza quando dovessero essere eseguite dall’uomo.
Esiste, nei dibattiti, disaccordo fra scienziati, filosofi e sociologi su cosa sia o meno la “vera” intelligenza (considerata in opposizione alla semplice capacità di computazione), ma già ai nostri giorni non c’è più dubbio alcuno che le macchine, i computer, si sono già fatti carico di funzioni di complessità crescente e, nel farlo, hanno già modificato non di poco il concetto di noi stessi esseri umani e delle nostre società.
E’ in via di fatto assodata la convinzione che questa nuova e potente forza (tecnologica) e’ in grado di superare ogni capacità di pensiero della mente umana (almeno di quella media).
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