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martedì 18 febbraio 2025

2025. Fra rievocazioni e attualità

Storia sul territorio

 Il dopo terremoto ‘68 nella Valle del Belice

Nel dopo terremoto 1968 nell’area del Belice
 e del corleonese sorsero centri culturali,
riviste e strutture partitiche e sindacali
che, tutte, immettevano motivazioni
culturali, politiche
e comunque motivazionali e di
coinvolgimento nel perseguire il
Senso Civico.
= =
Oggi a Contessa Entellina
non esiste nemmeno un
gruppo consiliare di opposizione.

Eppure la co-presenza dei
gruppi politici di minoranza
 negli organismi politici,
oltre che garantire linearità 
amministrativa,
fa bene nel dare punti di vista 
diversi e nel contempo è di
ausilio e stimolo
alla maggioranza che
si sente più impegnata per
evitare di
farsi cogliere distratta.

Più decenni e varie implicazioni per la ricostruzione della Valle del Belice nel dopo terremoto ‘68.

Pochi periodi storici come i decenni successivi al 1968 hanno suscitato impegno civico e mobilitazione sociale, politica e culturale nei territori interni dell’Isola ed in particolare nella Valle del Belice, gravemente ferita da un distruttivo sisma, che ancora oggi lascia intravedere le conseguenze nella più  che palese  mobilita’ demografica che, da allora, ha subito una accelerazione mai bloccatasi stando alle periodiche pubblicazione di dati dell’Istat.

Verosimilmente grandi mobilitazioni ed immani flussi migratori di contadini e di popolazione si erano già avute nel corleonese e in più aree dell’Isola dal 1899 e fino agli anni ‘20 del Novecento, occasionati dalla repressione contro i Fasci siciliani prima e poi, prima che arrivasse il regime fascista, dal richiamo del sogno americano.

Il dopo terremoto ‘68 ha garantito la ricostruzione edilizia basata sui dati catastali preesistenti, prescindendo dalle precedenti destinazioni d’uso. Questo risvolto urbanistico ha garantìto per più decenni occupazione a maestranze e professionisti nel settore edilizio, e pero’, è accaduto che, ultimato il processo della ricostruzione, l’area del corleonese (ed un po’ meno quella del resto del Belice) e’ rimasta priva di sbocchi lavorativi e quindi di futuro. 

Oggi assistiamo nel nostro centro, e nell’intera area del corleonese, a svariatissime, a centinaia di unità abitative non utilizzate e, sebbene ricostruite nel dopo terremoto, esigono significative spese manutentive dovute alla circostanza della mancata fruizione. Ed i proprietari vivono all’estero, o nel Nord Italia.

Questa situazione, da noi semplificata in poche righe, meriterebbe con sensibilità politica, economica e sociale di essere attenzionata. E però ci rendiamo conto che la riflessione non è facilitata e non trova sviluppo stante che la stragrande maggioranza delle forze giovani, o comunque in età lavorative, non vivono qui, sul nostro territorio, ma li’ dove lavorano. Lontani dal Corleonese e dalla Valle del Belice. Qui vivono da pensionati gli anziani genitori.

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