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domenica 23 febbraio 2025

La domenica serve anche per riflette

La cultura giudaica ed il primo Cristianesimo (1)

 Il rapporto col giudaismo. Nato dal giudaismo ma entrato subito in polemica  con esso, il cristianesimo deve precisare la sua posizione nei confronti della religione giudaica e negli scritti che ne giustificano la rivelazione. Era stato già il tema del concilio di Gerusalemme che era stato sopratutto il problema di Paolo. E Paolo aveva dato ad esso una soluzione teologica  di grande portata. La chiesa di Cristo e’ l’erede del popolo di Dio, ma ne e’ anche la realizzazione, e quindi la trasformazione, “spirituale”. Essa è il novus,  il verus Israel. La Legge mosaica  ha perduto perciò il valore salvifico che le attribuiva la tradizione  giudaica. La salvezza non viene dalle opere  della Legge ma dalla fede  nel Cristo morto e risorto (cfr. Gal, 2,16-21; ATM. 3,28). Ma in ampi settori della chiesa cristiana l’autorità di Paolo continuava ad essere contestata e la soluzione da lui sostenuta non aveva posto fine alle discussioni.

Il giudeo cristianesimo. In realtà per tutto il II secolo la storia della chiesa appare dominata  dal problema del giudaismo e della Scrittura. Da un lato infatti tra i cristiani di origine giudaica permane la tendenza a conservare  la tradizione e le istituzioni  del popolo giudaico, in una interpretazione che resta spesso ancorata alla lettura dell’Antico Testamento. Si tratta di tutte quelle tendenze  che si possono riassumere  nella denominazione di giudeo cristianesimo  e che si manifestano  in particolare nei cosiddetti apocrifi del Nuovo Testamento (molti dei quali sono oggi perduti). Dall’altro lato  una tentazione si affaccia: rinunciare interamente al giudaismo  e alla sua Scrittura. E’ in una certa misura l’idea di uno scritto anti giudaico che va sotto il nome di Lettere di Barnaba. Ma è sopratutto la posizione di Marcione.

(Segue)

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Una Riflessione dei nostri giorni

Don Primo Mazzolari 

(Cremona13 gennaio 1890 – Cremona12 aprile 1959) è stato un presbiteroscrittore e partigiano italiano. Conosciuto come il parroco di Bozzolo, fu una delle più significative figure del cattolicesimo italiano nella prima metà del Novecento. Il suo pensiero anticipò alcune delle istanze dottrinarie e pastorali del Concilio Vaticano II (in particolare relativamente alla "Chiesa dei poveri", alla libertà religiosa, al pluralismo, al "dialogo coi lontani", alla distinzione tra errore ed erranti), tanto da venire definito "carismatico e profetico".

La pace comincia in noi …in me è da te, da te, da ciascuno… come la guerra. Ma come si può arrivare alla pace se si seguita a coltivare, quasi orto per ortaggi, questa aspirazione manichea dell’umanità e della spiritualità; se si seguita  ad alimentare una polemica fatta di apriorismi e ingiurie, deformazioni e ripulse; se si aumenta ogni giorno più la disparità economica tra chi spedisce lingotti  d’oro all’estero e chi vive nelle baracche e intristisce  nella disoccupazione;  se si insiste a vedere nel fratello insignito di un diverso distintivo politico un cane da abbattere, un rivale da sopprimere, un nemico da odiare?



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