La cultura giudaica ed il primo Cristianesimo (1)
Il rapporto col giudaismo. Nato dal giudaismo ma entrato subito in polemica con esso, il cristianesimo deve precisare la sua posizione nei confronti della religione giudaica e negli scritti che ne giustificano la rivelazione. Era stato già il tema del concilio di Gerusalemme che era stato sopratutto il problema di Paolo. E Paolo aveva dato ad esso una soluzione teologica di grande portata. La chiesa di Cristo e’ l’erede del popolo di Dio, ma ne e’ anche la realizzazione, e quindi la trasformazione, “spirituale”. Essa è il novus, il verus Israel. La Legge mosaica ha perduto perciò il valore salvifico che le attribuiva la tradizione giudaica. La salvezza non viene dalle opere della Legge ma dalla fede nel Cristo morto e risorto (cfr. Gal, 2,16-21; ATM. 3,28). Ma in ampi settori della chiesa cristiana l’autorità di Paolo continuava ad essere contestata e la soluzione da lui sostenuta non aveva posto fine alle discussioni.
Il giudeo cristianesimo. In realtà per tutto il II secolo la storia della chiesa appare dominata dal problema del giudaismo e della Scrittura. Da un lato infatti tra i cristiani di origine giudaica permane la tendenza a conservare la tradizione e le istituzioni del popolo giudaico, in una interpretazione che resta spesso ancorata alla lettura dell’Antico Testamento. Si tratta di tutte quelle tendenze che si possono riassumere nella denominazione di giudeo cristianesimo e che si manifestano in particolare nei cosiddetti apocrifi del Nuovo Testamento (molti dei quali sono oggi perduti). Dall’altro lato una tentazione si affaccia: rinunciare interamente al giudaismo e alla sua Scrittura. E’ in una certa misura l’idea di uno scritto anti giudaico che va sotto il nome di Lettere di Barnaba. Ma è sopratutto la posizione di Marcione.
(Segue)
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Una Riflessione dei nostri giorni
Don Primo Mazzolari
(Cremona, 13 gennaio 1890 – Cremona, 12 aprile 1959) è stato un presbitero, scrittore e partigiano italiano. Conosciuto come il parroco di Bozzolo, fu una delle più significative figure del cattolicesimo italiano nella prima metà del Novecento. Il suo pensiero anticipò alcune delle istanze dottrinarie e pastorali del Concilio Vaticano II (in particolare relativamente alla "Chiesa dei poveri", alla libertà religiosa, al pluralismo, al "dialogo coi lontani", alla distinzione tra errore ed erranti), tanto da venire definito "carismatico e profetico".
La pace comincia in noi …in me è da te, da te, da ciascuno… come la guerra. Ma come si può arrivare alla pace se si seguita a coltivare, quasi orto per ortaggi, questa aspirazione manichea dell’umanità e della spiritualità; se si seguita ad alimentare una polemica fatta di apriorismi e ingiurie, deformazioni e ripulse; se si aumenta ogni giorno più la disparità economica tra chi spedisce lingotti d’oro all’estero e chi vive nelle baracche e intristisce nella disoccupazione; se si insiste a vedere nel fratello insignito di un diverso distintivo politico un cane da abbattere, un rivale da sopprimere, un nemico da odiare?
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